Il lunedì si apre con le parole di Romano Prodi sul Partito democratico: «Ho speso tutta la mia vita per riunire le culture del riformismo. Il Pd va cambiato, dinamizzato, proiettato, ma scioglierlo sarebbe come ripudiare la mia vita, una specie di suicidio. E non ho ancora una volontà suicida». L’ex premier, ex presidente della Commissione Ue, riporta Repubblica, ha parlato a Cesenatico alla Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta. «Il Pd sui media sembra l'unico partito anti democratico. Ma è folle, è l'unico partito». E ha aggiunto: «È da ricostruire il legame di politica comune che vada in profondità e non lo si può fare con prevalenza di cattolici né di comunisti, bensì mettendo insieme i diversi riformismi con un programma riformista».

Prodi è intervenuto anche sulla legge elettorale, chiedendo modifiche al Rosatellum, la legge approvata proprio per volere del Pd: «Ci vuole una legge elettorale che non induca in tentazione coloro che detengono il potere. Ora decidono loro chi deve diventare parlamentare. Io sono per il doppio turno alla francese, che può ricomporre l'Italia».

La voce dell’ex Pci

Achille Leone Occhetto è stato il primo segretario del Partito democratico della sinistra (Foto LaPresse)

Per Achille Occhetto, ex senatore, ultimo segretario del Partito Comunista italiano e primo del Pd, la questione resta: «Il Pd non ha un’anima».

Il segretario uscente Letta «ha detto cose importanti, mai più governi di unità nazionale, avanti con una nuova generazione, no alla scelta tra Conte e Calenda. Cose necessarie ma non sufficienti. Manca ancora la questione di fondo: quale identità? Meglio ancora: quale anima?», e ha chiesto al partito di non isolarsi andando a lavorare con le altre forze di opposizione.

«Un consiglio a Letta, Conte, Calenda, Fratoianni e a tutti coloro che si professano di sinistra: riunitevi in una stanza, guardatevi negli occhi e chiedetevi: vogliamo continuare a giocare a rubamazzetto? Oppure vi ponete il problema più serio?». Le nuove forze che avanzano, avverte Occhetto, sono un pericolo: «In Italia e in Europa è in atto una nuova ondata reazionaria, che non sarà fascismo, ma che è diversamente pericolosa».

Il segretario uscente

Enrico Letta è intervenuto domenica sera a Che tempo che fa. Sull’eventuale scioglimento del Pd ha risposto: «Lo escludo». Letta ha ricordato il risultato elettorale come punto di partenza, nonostante sia stata una sconfitta: «Abbiamo preso cinque milioni di voti». Al congresso, che verrà convocato entro l’inverno, comunque si discuterà di tutto, nome incluso.

Ha poi ribadito che in quanto eletto in parlamento non tornerà in Francia: «Vedo che in tanti da Lega e Fdi mi invitano a prendere la strada del ritorno ma io sarò impegnato a fare opposizione in Aula con tutta la determinazione che ho perché penso che questa destra non sia ciò di cui l'Italia ha bisogno». 

Il nuovo segretario

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Mentre procede il dibattito sul partito, continuano a farsi avanti i candidati per la segreteria, un tema che sta sollevando non poche ironie.

Letta ne è consapevole, ma per lui è un bene, e benedice la sfida emiliano-romagnola, tra il presidente della Regione Stefano Bonaccini e la vice Elly Schlein: «Bonaccini e Schlein sono due grandi risorse per il futuro del centrosinistra, loro cosi come altri che ci sono e potranno dire cose molto importanti e magari si candideranno». A loro si aggiunge la piacentina Paola De Micheli, ex ministra delle infrastrutture, che al Corriere della Sera ha detto: «Non temo nessuno, la paura è riservata alle cose della vita, non della politica».

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