Arriva una proposta di legge per mettere fine ai viaggi di Matteo Renzi alla corte del principe ereditario Mohammed Bin Salman in Arabia Saudita. Viaggi ripetuti e lautamente pagati, così come ha portato alla luce Domani in più occasioni, dalla retribuzione da 80 mila dollari l’anno per il Fii Insitute, fino all’incarico nel board della Royal Commission.

Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha presentato alla Camera il testo della proposta e adesso chiede a Pd, M5s e Articolo 1 di appoggiarla: «La vicenda dei rapporti affaristici del senatore Matteo Renzi con Stati esteri prosegue imperterrita – ha detto Fratoianni –. Lo considero un fatto grave a cui  si può provare a mettere dei paletti a difesa della trasparenza. Per questo mi auguro che Pd, M5S, Articolo 1 e altre forze parlamentari possano convergere su questa proposta e così facendo poter arrivare ad approvare norme  a garanzia d trasparenza e correttezza».

La proposta

Il testo si compone di quattro pagine e due commi che troncherebbero ogni possibile legame economico tra chi ricopre cariche pubbliche e società e personalità che abbiano diretti rapporti d’affari in Italia. «È vietato – si legge - il finanziamento sotto qualsiasi forma diretta o indiretta da parte di persone fisiche o giuridiche che abbiano in essere concessioni dello Stato, delle regioni, degli enti locali, di enti pubblici ovvero di società a partecipazione pubblica diretta o indiretta» inclusi i soggetti che ricoprano ruoli di rilievo nelle società, a favore di partiti e movimenti politici, membro del parlamento Italiano o Europeo o lo sia stato nei 10 anni, precedenti; a chi nello stesso periodo ricopra o abbia ricoperto cariche elettive o di nomina politica in comuni, province o regioni; a chi sia membro del Governo, o lo sia stato nei precedenti dieci anni». Oltre ai parlamentari e ai politici, verrebbro escluse dai finanziamenti anche fondazioni o altri enti a loro collegati.

Il testo, spiega Sinistra italiana, vuole «introdurre il divieto di finanziamenti privati potenzialmente opachi sotto il profilo dell'interesse che li generi e ciò al fine di consentire che la politica sia possibile per tutti e libera da ogni condizionamento, secondo il dettato costituzionale».

Per Si «è sempre più attuale il  tema del controllo del finanziamento privato alla politica, attuato attraverso le erogazioni liberali da parte di soggetti economici o di grandi donatori in situazioni di conflitto di interessi» e questo «può ancora comportare il rischio di corruzione, condotte affaristiche e di influenze indebite capaci di minare alla base la natura stessa del processo democratico».

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