«Mentre in aula iniziano i primi giochini di palazzo e qualcuno si prepara a una finta opposizione, il Movimento 5 stelle ha depositato immediatamente delle proposte di legge prioritarie per il paese: dalle misure contro il caro bollette al salario minimo, dalla lotta alla mafia fino alla transizione ecologica e alla difesa della sanità pubblica». Così sul suo profilo Facebook Giuseppe Conte, che celebra il suo primo giorno da parlamentare promettendo che «siamo entrati in questo parlamento garantendo ai cittadini che avremmo lavorato nel loro esclusivo interesse, con disciplina e onore».

Per dimostrare quest’intenzione, il M5s ha già depositato dodici proposte di legge. Che sono comunque 12 in più rispetto alla prima legislatura in cui il partito sbarcò in parlamento, nel 2013, e ammise di dover ancora «studiare». Ma, complice la mancanza di un ufficio legislativo del gruppo parlamentare che possa sostenere deputati e senatori nella formulazione delle proposte, quasi tutti i documenti presentati si appoggiano sul lavoro dei Cinque stelle della scorsa legislatura. Alcuni di loro hanno addirittura lasciato il partito, ma ora il loro impegno porta la firma di Conte, primo firmatario di otto proposte su dodici. Mariolina Castellone al Senato ne firma addirittura undici. Il primo firmatario è il presentatore dell’atto e se ne assume la responsabilità diretta.

L’esempio più lampante è quello del salario minimo, cavallo di battaglia dei Cinque stelle da anni: nell’ultima legislatura, a spendersi di più su questo tema erano state l’ex ministra del Lavoro del Conte I Nunzia Catalfo e la sua collega Elena Fattori. Al Senato avevano provato a portare avanti un progetto parallelo a quello lanciato dal Pd attraverso il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Il testo, nonostante un impegno durato per tutta la legislatura, non è andato oltre l’esame in commissione.

I soliti temi

Oggi Fattori e Catalfo in Senato non ci sono più. La nuova proposta porta la firma di Conte e Castellone. Un discorso simile si può fare per il provvedimento sul suicidio assistito, depositato durante la XVIII legislatura da Gilda Sportiello e Doriana Sarli, entrambe deputate del M5s: le proposte furono assorbite dal testo unico curato da Nicola Provenza e Alfredo Bazoli e approvato a Montecitorio, ma mai approdato al Senato. Nella nuova legislatura primi firmatari del provvedimento sono Sportiello (Sarli non è più parlamentare) e l’onnipresente Conte.

Anche per l’astensionismo involontario, formula che descrive il fenomeno del diritto di voto negato ai fuorisede, la dinamica è sovrapponibile. Per permettere di votare anche a chi lavora o studia lontano da casa si era impegnato soprattutto il presidente uscente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia, escluso dalle liste per il vincolo dei due mandati. Oggi i suoi sforzi per portare avanti una proposta che raccogliesse gli spunti che arrivavano dalle diverse anime in commissione vengono raccolti da Vittoria Baldino e Conte.

Un discorso a parte va fatto per la proposta che riguarda riconoscimento e sostegno per la figura del caregiver familiare, cioè dell’impegno di chi si prende cura di parenti non autosufficienti. Le parlamentari più impegnate su questo fronte nell’ultima legislatura sono state alla Camera Celeste D’Arrando e al Senato Simona Nocerino. D’Arrando non è stata rieletta, mentre Nocerino ruppe con Conte dopo che il leader del Movimento le aveva preferito un candidato più fidato per la presidenza della commissione Esteri. La senatrice era passata con Insieme per il futuro di Luigi Di Maio, ma oggi il suo lavoro è stato fatto proprio dal Movimento di cui aveva scelto di non fare più parte.

È ispirata alla scorsa legislatura anche la proposta di modifica costituzionale in materia di salute. Nel 2020, in piena crisi Covid, il gruppo dei senatori Cinque stelle proposte di mettere mano al titolo V per riportare la Sanità sotto la gestione dello stato centrale, sottraendola al controllo delle regioni. Un obiettivo che si preannuncia difficile da raggiungere se, come sembra, la Lega dovesse ottenere il ministero per gli Affari regionali.

Dal programma

Nella lista di proposte di legge depositate c’è anche quella per l’istituzione della commissione parlamentare Antimafia, a prima firma di Federico Cafiero De Raho e dell’immancabile Conte.

In campagna elettorale i Cinque stelle chiedevano poi una legge che regolamentasse il conflitto d’interessi e un rapporto più chiaro tra decisori e portatori d’interessi. Mentre la proposta sul conflitto d’interessi è a prima firma di Conte e Baldino, per la rappresentanza d’interessi la prima firma è di Francesco Silvestri, Conte e Baldino. Era di Silvestri anche il provvedimento sul registro dei lobbisti approvato alla Camera nella XVIII legislatura. Stesso discorso per la modifica della tassazione delle pensioni (prima firma Conte alla Camera, Castellone al Senato), in linea con la riforma delle pensioni presentata nel programma.

Silvestri firma anche le proposte su caro bollette, transizione ecologica e coordinamento indagini sugli infortuni sul lavoro, temi da sempre cari al Movimento e cavalli di battaglia in campagna elettorale.

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