Era il 12 gennaio, nemmeno un mese fa, e chiariva in Tv senza ombra di dubbio – all’epoca – che il Partito Democratico non si sarebbe mai piegato a un governo di salute nazionale che includesse la Lega
Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha provato a essere ironico su un ipotetico governo che metta insieme Pd e Lega, ma l’ironia della sorte ultimamente sta avendo la meglio su di lui. Era il 12 gennaio, nemmeno un mese fa, e chiariva in Tv senza ombra di dubbio – all’epoca – che il Partito Democratico non si sarebbe mai piegato a un governo di salute nazionale che includesse la Lega di Matteo Salvini. Era così convinto, che a esplicita richiesta su un eventuale avvento di Mario Draghi come premier incaricato, continuava a dire che i dem non avrebbero cambiato idea. A Otto e mezzo su La7 aveva risposto: «Lo escludo totalmente, anche se venisse Superman, non solo se venisse Draghi».
Era ironico ancora una volta il 6 febbraio. Per primo ha twittatto sulla conversione europeista di Matteo Salvini.
Ma sia Salvini che il resto dei partiti pronti ad affollare la nuova maggioranza, ci hanno creduto. E adesso si attende Draghi per capire se davvero saranno tutti insieme al governo. Il Pd non si oppone più.
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