Un giro di poltrone che cancelli gli imbarazzi delle scorse settimane. Angelo Mellone, il direttore del day time Rai, re delle linee sul territorio e campione della provincia, potrebbe cambiare collocazione. Per adesso il valzer di incarichi è poco più di una suggestione che viene discussa a viale Mazzini, ma l’avvio di stagione poco felice e le altre questioni che coinvolgono Mellone iniziano ad allungare la propria ombra sul futuro di quello che viene considerato uno dei principali intellettuali d’area.

In realtà, a Mellone potrebbe andare anche molto bene: tra le ipotesi più accreditate c’è infatti quella di spostarlo a quella che doveva essere la sua prima destinazione, la direzione fiction. Adesso, su quella poltrona siede Maria Pia Ammirati, gradita alla vecchia gestione del Pd, ma apprezzata anche dalla nuova segreteria. Si tratta di un posto di assoluta rilevanza, quindi non sarebbe un demansionamento, ma sposterebbe Mellone dalla linea di fuoco che lo ha raggiunto dopo le sue prime iniziative al day time.

I problemi

Da un lato, la questione dei branded content, inseriti con un certo entusiasmo nel palinsesto da parte del direttore, che ha l’ultima parola sulla validità di un contenuto sponsorizzato, cioè pagato interamente da un’azienda esterna, nonostante la Rai benefici già del canone e dei ricavati pubblicitari.

Dall’altro, la gestione dei suoi impegni personali – il prossimo 6 novembre sarà alla sala Umberto, in pieno centro a Roma, a presentare un nuovo libro di poesie – senza soluzione di continuità con il lavoro che deve svolgere per l’azienda. Un minestrone in cui finiscono a pari titolo i festival che Mellone organizza, le trasmissioni che idea e gestisce, i rapporti con società di produzione e conduttori. Per il momento il sistema Mellone non sembra però aver generato i risultati sperati per l’azienda: i programmi frutto della sua penna che sarebbero dovuti essere la punta di diamante dei nuovi palinsesti non stanno tenendo il passo con i loro predecessori e in alcuni casi si sono rivelati dei veri e propri flop.

A reggere il colpo di una nuova concorrenza, risultato di un’estate di spericolato telemercato, sono più i programmi che Mellone ha già trovato in palinsesto che quelli immaginati da lui. Come Il provinciale: la scommessa sul programma di Federico Quaranta – uno dei conduttori che più spesso torna nelle produzioni di Mellone – si può già dire persa.

Paracadutato con spese non irrilevanti per l’azienda in prima serata al posto di Che tempo che fa la domenica sera, anche l’ultima puntata si è fermata ben sotto il 4 per cento di share. In questo contesto, il nervosismo a viale Mazzini porta a immaginare una rotazione di incarichi che possa avvenire il prima possibile, forse anche in anticipo su quella che per i vertici Rai meloniani è una data segnata in rosso: quella di giugno 2024, quando scadrà il mandato del Consiglio d’amministrazione.

Nuovi equilibri

Per quell’occasione, è previsto l’azzeramento di tutti gli incarichi, anche se le nuove nomine arriveranno verosimilmente dopo le elezioni europee e rifletteranno i nuovi equilibri politici, circostanza in cui soprattutto la Lega spera di portare a casa qualcosa in più.

Per quanto riguarda Mellone, le strade che si aprono sono due. La prima, quella più complicata, è quella della fusione delle direzioni dell’intrattenimento: significherebbe tagliare una delle due poltrone dove oggi siedono Mellone e Marcello Ciannamea (che ha l'orecchio dei leghisti) e creare una realtà ampissima da affidare a un direttore unico affiancato da quattro vicedirettori.

È un progetto che circola da tempo in Rai, ma alla fine non è mai stato implementato. I maliziosi sono franchi: «In un’azienda in cui si creano direzioni persino senza incarichi, significherebbe avere un posto in meno da assegnare, nessuno ha interesse a farlo».

L’alternativa per i sovranisti è quella di portare a casa uno scambio con l’area progressista, a cui appartiene Ammirati che eventualmente dovrebbe lasciare il suo incarico a Mellone: fiction in cambio di day time. Per il momento lo scenario sembra ancora lontano, ma Mellone è diventato un tema, non piccolo, in casa Rai.

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