Anche l’ultimo tassello si è sistemato. Con la nomina dei nuovi vicedirettori dei telegiornali si chiude la prima fase dell’occupazione della Rai da parte della destra meloniana. Martedì, in consiglio d’amministrazione, arriverà la lista definitiva di nomi da approvare. Restano soltanto da determinare le vicedirezioni di genere, che però non devono passare per il cda.

La corsa per la scelta dei numeri due interessa soprattutto alle opposizioni, che hanno ovviamente interesse a presidiare il servizio pubblico, controllato in maniera ormai capillare dalla destra. Sembra che il Pd riuscirà a tenere un occhio sulle testate di viale Mazzini mantenendo ai loro posti i nomi che già erano punti di riferimento di area dem nelle diverse redazioni Rai. Come Costanza Crescimbeni, che dovrebbe essere confermata alla vicedirezione del Tg1 insieme a Elisa Anzaldo, che invece prenderebbe il posto di Maria Luisa Busi.

Anche al Tg2 dovrebbe mantenere la propria posizione Mariano D’Amore, confermato dal direttore in quota Forza Italia Antonio Preziosi. A Rai parlamento, diretto da Giuseppe Carboni, gradito ai Cinque stelle, dovrebbero trovare posto da vicedirettrici di area dem Annamaria Baccarelli e Anna Piras.

A Radiouno, invece, l’assetto delle vicedirezioni potrebbe rimanere piuttosto simile a come Francesco Pionati (quota Lega) l’aveva ereditata dalla gestione precedente: il Pd dovrebbe trovare i suoi punti di riferimento in Gianmarco Trevisi e Ilaria Sotis, figura di rilievo anche per i sindacalisti di Usigrai. Ci sarebbero poi in ballo anche Carmen Santoro oppure Filippo Nanni per un ulteriore posto in quota dem, anche se nelle ultime ore ha preso quota anche il nome di Carlo Albertazzi, uomo di fiducia del direttore Pionati ed ex capo di Gr Parlamento. Attualmente, il caporedattore è capo della segreteria di redazione.

Rispetto al bottino del Pd in termini di direzioni e palinsesto, un bilancio discreto. La prima parte della trattativa era stata infatti dominata dalla volontà della destra di appropriarsi di tutte le poltrone di peso, ignorando anche la prassi per cui, in epoche in cui la spartizione andava a favore della sinistra, rimanevano comunque diversi posti assegnati alla destra. Non era andata bene neanche per quanto riguarda Rainews, dove il Pd ha perso i suoi punti di riferimento dopo che il direttore Paolo Petrecca ha deciso di non confermare Alberto Romagnoli e Oliviero Bercambini, sostituiti da Paolo Poggio e Cristina Prezioso. Anche l’altro punto di riferimento di area, Diego Antonelli, ha dovuto lasciare il suo posto al sito.

Il numero di vicedirettori è alto (sette al Tg1 e alla radio, sei al Tg2, cinque a Rai parlamento) perché assieme agli incarichi vengono assegnate le deleghe alle diverse edizioni che affiancano quelle principali (la mattina in radio, l’ora di pranzo e la sera in televisione) curate in genere dal direttore stesso.

La combinazione della forza dell’area a cui è vicino il vicedirettore e l’attitudine del giornalista danno poi di volta in volta origine all’assegnazione degli incarichi, che ruotano. Ovviamente non si può stravolgere l’impianto fondamentale di un notiziario, ma, insomma, anche per i vicedirettori d’opposizione c’è margine di dare la propria impronta. Il Movimento 5 stelle, tuttavia, non dovrebbe trovar spazio al Tg2. Per il resto, anche Giuseppe Conte ha scelto le carte su cui puntare: Senio Bonini al Tg1, Lucia Duraccio a Rai parlamento e Francesco De Vitis in Radio. Meno spazio per Bruno Luverà, che era stato il nome dei Cinque stelle per il Tg1 in passato.

I nomi della destra

Ma la presa della destra arriva a dominare anche la scelta dei vice: se al notiziario della rete ammiraglia l’equilibrio è quattro contro tre, al Tg2 lo sbilanciamento è addirittura sei contro uno.

Al Tg1 i nomi della destra sono due riconferme e due nuovi ingressi: per la Lega, resteranno in sella Francesco Primozich e Grazia Graziadei, mentre per Fratelli d’Italia dovrebbero arrivare Mariarita Grieco dal Tg2 e Incoronata Boccia dal TgR Sardegna, dov’era vicecaporedattrice.

Sulla seconda rete, l’area meloniana potrà contare su Elisabetta Migliorelli e Fabrizio Frullani, mentre per il Carroccio continua a esserci Maria Antonietta Spadorcia. In quota Forza Italia dovrebbe arrivare Carlo Pilieci, mentre il direttore ha intenzione di far arrivare da Rai parlamento Alfonso Samengo, non lontanissimo dalla pensione.

A Rai parlamento, la destra fa riferimento a Susanna Petruni (area Forza Italia) e Francesca De Martino, apprezzata da Fratelli d’Italia. È forse la radio la testata su cui la destra ha puntato di meno: il bilancio finale, dovesse andare tutto come previsto in queste ore, restituirà paradossalmente un quattro a tre a favore delle opposizioni, con la destra rappresentata da tre riconferme: Ivano Liberati in quota Forza Italia, Simona Grossi punto di riferimento della Lega e Maria Teresa Torcia, area Fratelli d’Italia.

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