M5s e Pd hanno chiesto l’audizione del conduttore di Report dopo l’attentato. La maggioranza è in difficoltà perché ha bloccato l’attività dell’organismo per oltre un anno per evitare che si voti sulla candidata presidente della Rai, ma in commissione Antimafia l’audizione è già stata decisa
Un bivio. La maggioranza deve decidere se smentire sé stessa o rinunciare al blocco della commissione Vigilanza Rai, in stallo da più di un anno. I fatti: il Movimento 5 stelle priima e poi il Pd hanno chiesto nei giorni scorsi l’audizione di Sigfrido Ranucci in commissione Vigilanza per farlo riferire in seguito all’attentato che ha distrutto due sue automobili a Pomezia.
Mercoledì 29 ottobre, l’ufficio di presidenza si riunisce per decidere se convocare effettivamente il conduttore di Report oppure no. Da parte delle opposizioni c’è grande aspettativa: la destra ha infatti già sostenuto la convocazione di Ranucci in commissione Antimafia, dove la presidente è una meloniana di ferro come Chiara Colosimo.
Di conseguenza, la maggioranza sarebbe in grande difficoltà a votare contro in Vigilanza dopo aver dato luce verde in un’altra commissione: se però accetta di convocare il conduttore, l’attività nell’organismo governato dalla Cinque stelle Barbara Floridia dovrà riprendere dopo tanti mesi di stop e tante richieste disattese dall’opposizione.
Il contesto
Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati si oppongono a ogni attività che venga convocata in commissione, compresa l’audizione del “nuovo” – è in carica da un anno – amministratore delegato del servizio pubblico, Giampaolo Rossi. Una situazione per cui la presidente si è anche rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre a invocare la mediazione del presidente del Senato Ignazio La Russa. Per il momento, dalla maggioranza prendono tempo: «Vediamo, forse è più adatta l’audizione in commissione Antimafia» dice un parlamentare di primo piano.
Certo, nelle ultime ore Ranucci non si è fatto voler bene da Fratelli d’Italia. Nella puntata di Report andata in onda domenica 26, infatti, la trasmissione si è occupata delle presunte interferenze del partito della premier (e di sua sorella Arianna) nelle attività del consiglio del garante per la Privacy, che la settimana scorsa ha multato Report (e la Rai) per 150.000 euro. La sanzione – contro cui la Rai ha già fatto ricorso – è stata inflitta per aver mandato in onda il sonoro della conversazione dell’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con sua moglie Federica Corsini.
Il consigliere Antonino Ghiglia avrebbe infatti raggiunto la sede di via della Scrofa, dov’era presente anche Arianna Meloni, poche ore prima della decisione sulla multa. Garante e consigliere sostengono di aver rispettato tutte le procedure, Ghiglia in particolare ha spiegato che si era recato a via della Scrofa per discutere con Italo Bocchino di una presentazione dei libri del direttore e del cosniglire.
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