Per la sua coesa struttura, le sue capacità militari e il forte radicamento nel territorio, la ‘ndrangheta «si conferma oggi l'assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d'influenza con mire che interessano quasi tutte le regioni». Lo rileva la Direzione investigativa antimafia nella sua ultima relazione al parlamento, che parla inoltre di 46 “locali” (gruppi criminali) censiti al Nord.

Le proiezioni della ‘ndrangheta si spingono anche oltre confine e coinvolgono molti paesi europei, puntualmente elencati: Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania, Bulgaria e Malta, il continente australiano e quello americano (Canada, Usa, Colombia, Perù e Argentina).

L’azione del gruppo mafioso è consolidata dagli agganci politici: «L’attività di prevenzione antimafia condotta dai prefetti, nella regione di origine e in quelle di proiezione - segnala la relazione - ha disvelato l'abilità delle ‘ndrine d’infiltrare le compagini amministrative ed elettorali degli enti locali al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari, prodromici anche ad accrescere il proprio consenso sociale». Un passaggio che arriva mentre l’Italia ha cominciato a ricevere i fondi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Interlocutori

I clan calabresi continuano a rappresentare gli interlocutori privilegiati per i cartelli sudamericani. Negli ultimi anni, anche l'Africa occidentale, in particolare la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana, è diventata per le cosche di 'ndrangheta uno snodo logistico sempre più importante per i traffici internazionali di droga. Centrali, in questa attività, i porti di Gioia Tauro (per la Calabria) e quelli di Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno per l'alto Tirreno.

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