Per il senatore Matteo Renzi sono «viaggi legittimi». Fotografato domenica in Bahrein dove è andato a vedere il Gp di Formula 1 accanto al presidente Fia, Jean Todt, ha risposto ancora una volta tramite la sua e-news alle critiche e alle domande sul perché si trovasse a vedere una manifestazione sportiva in un paese mediorientale, soprattutto durante la pandemia: «I miei viaggi sono legittimi – si è limitato a scrivere -, la mia dichiarazione dei redditi è pubblica, i miei numerosi incarichi internazionali sono tutti rispettosi delle regole del nostro paese».

Per questo non offre alcuna spiegazione sulle sue trasferte, a partire da quella per Mohammad bin Salman, il principe dell’Arabia Saudita accusato di essere stato il mandante della brutale uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, o quella per accompagnare la famiglia imprenditoriale Ferrari dal presidente del Senegal. Infine nessun commento a quanto rivelato da Domani, ovvero che Todt stesso è socio del Fondo che ha pagato lautamente Renzi per andare in Arabia: «Noi rispondiamo con un grande sorriso - ha replicato il leader di Italia Viva riferendosi alla sua azione politica -. Continuiamo a fare il nostro lavoro», e anzi ha attaccato i giornali: «Perché ormai è deciso che io faccio notizia solo se parlo di Arabia, Senegal, Bahrein: quando propongo idee sull’Italia scatta il silenziatore. Peccato, ma non ci arrendiamo». La notizia dei suoi viaggi all’estero starebbe offuscando «l’incredibile risultato del Family Act». Così come le altre proposte: «Se avessero dato alla mia proposta di fare i tamponi agli studenti anziché comprare gli inutili banchi a rotelle, la stessa attenzione che danno ai miei viaggi, oggi avremmo un sistema più efficiente senza lo spreco dei banchi a rotelle. E lo stesso vale per il Piano Shock sulle infrastrutture. Ma si preferisce parlare di altro, chissà perché». Per questo annuncia: «Prima di Pasqua lancerò una proposta che forse farà discutere, ma che credo sarà molto utile per il dibattito pubblico dei prossimi mesi».

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