Il 13 ottobre di quarant’anni fa Chicago compiva un passo avanti rispetto a tutte le altre città americane. L’Ameritech Mobile Communications (ora AT&T) creava la prima rete cellulare degli Stati Uniti. Era una rete che anziché utilizzare i cavi che collegano le singole utenze alle centrali, adoperava delle antenne il cui compito era quello di ricevere e trasmettere segnali radio da e verso un dispositivo. Ogni antenna suddivideva lo spazio in aree dette celle. Ed è questo il motivo per cui il telefono che usiamo sulla rete “mobile” si chiama “cellulare”.

In realtà una prima rete cellulare era stata creata e sperimentata sempre a Chicago tra il 1977 e il 1978 dai Laboratori Bells (rivali dell’Ameritech) senza però riuscire a metterla a punto. Prima dell’Ameritech la Nippon Telegraph and Telephone aveva lanciato la prima rete commerciale del mondo a Tokyo, in Giappone nel 1979. Il primo telefono che utilizzava questa rete si chiamava TZ-801 della Panasonic.

La prima rete cellulare era chiamata 1G (first generation) ed era ancora analogica, già dalla seconda generazione, 2G, la rete diventerà digitale. Siamo adesso alla rete 5G, andiamo verso il 6g, e se il principio di funzionamento alla base è rimasto sostanzialmente lo stesso, sono le prestazioni a essere migliorate.

Le volte che il cellulare ha fatto la storia

Nel 1983 Il presidente dell’Ameritech, Bob Barnett, inaugura la neonata rete chiamando il nipote di Graham Bell con un Motorola DynaTAC, il primo modello di cellulare commerciale, venduto al prezzo di 4000 dollari. Ma già dieci anni prima l’ingegnere Martin Cooper, l’inventore del telefono cellulare, aveva sperimentato una prima chiamata. Il primo prototipo era sempre un DynaTac e pesava 1,3 chili.

La mattina del 3 aprile 1973 Cooper prese il suo dispositivo e chiamò il rivale dei Laboratori Bell, Joel Engel, ma sbagliò numero per l’emozione. Il secondo tentativo però fu un successo e ad Engel comunicò: «Ti chiamo dal marciapiede davanti al tuo ufficio. Noi alla Motorola ce l’abbiamo fatta, la telefonia cellulare è una realtà». Ci vollero però dieci anni perché diventasse veramente una realtà per tutti.

Ma le chiamate cellulari più famose della storia non sono finite qui.

Torri gemelle

L’11 settembre 2001 Betty Ong lavorava come hostess sul volo 11 della American Airlines, da Boston a Los Angeles, il primo a schiantarsi contro la Torre Nord del World Trade Center di New York.

La telefonata di Betty alla compagnia aerea fu la prima, quel giorno, a denunciare il dirottamento in corso. Durò 23 minuti e grazie a lei si riuscì a ricostruire l’identità dei dirottatori, il posto da loro occupato sul velivolo ed altre informazioni importanti. Inoltre il suo intervento permise di bloccare immediatamente tutti i voli in partenza, arginando il rischio di altri presunti dirottamenti e ulteriori vittime. Le sue ultime parole agli operatori furono: «Pregate per noi».

Vergogna internazionale

Siamo a Baden Baden in Germania il 4 aprile del 2009. L’evento che si appresta a iniziare ha un’importanza simbolica di un certo spessore: la pacificazione franco-tedesca dopo le due guerre mondiali. Ci sono tutti i leader europei, tutti, anche il nostro presidente del Consiglio, ai tempi Silvio Berlusconi. 

Il Cavaliere scende dall’auto parlando al cellulare e fa cenno alla cancelliera tedesca, Angela Merkel – che accoglie tutti i leader Nato – di aspettare. Merkel appare un po’ perplessa, e continua ad accogliere gli altri capi di stato e di governo. Ogni tanto la cancelliera si gira verso Berlusconi che nel frattempo continua a telefonare, passeggiando sulla riva del fiume con le spalle rivolte al resto del gruppo.

Merkel addirittura fa cenno al premier britannico, Gordon Brown e indicando il Cavaliere allarga le braccia in un gesto misto di rassegnazione e contrarietà. Arrivati tutti gli ospiti però decide di andarsene, mentre l’ex presidente del Consiglio italiano continua la sua lunghissima telefonata in riva al Reno.

Salta la passerella comune dei leader, il minuto di silenzio per ricordare i caduti e si ricongiunge ai leader solo per la seconda foto di gruppo della giornata e si scusa con la cancelliera Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. La spiegazione ufficiale? Il Cavaliere era al telefono con il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan.

Una telefonata dal profondo

All’inizio della sua storia molti dicevano che il cellulare era utile perché in qualsiasi situazione pericolosa ti trovassi, una chiamata poteva essere la tua salvezza. L’esempio più adoperato era: «Se ti si rompe la macchina di notte ed è tutto chiuso e sei in una strada isolata puoi sempre telefonare». Poi non c’era puntualmente campo.

Però in Sepolto, film di Rodrigo Cortés del 2010, il principio del cellulare che ti aiuta nei peggiori momenti è ancora valido. Dall’inizio della pellicola il protagonista Paul Conroy – interpretato da Ryan Reynolds – si ritrova appunto sepolto vivo, dentro una bara con solo tre oggetti e uno è il suo cellulare con cui riesce a comunicare con il dipartimento di Stato e la sua famiglia (a quanto pare anche sotto terra c’era campo). Registra persino un testamento video.

Non vi sveliamo il finale per evitare spoiler, ma di certo il cellulare gli è tornato utile, non possedendo le doti di Beatrix Kiddo di Kill Bill II che riesce a sfondare la bara dall’interno solo con il suo pugno, grazie all’addestramento di kung fu ricevuto in passato da Pai Mei.

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