- La liberazione dal gas russo sarà cara e lenta, nonostante il governo si prepari a spianare la strada agli impianti, tutti legati ancora una volta alle fonti fossili: gas e carbone.
- Nella bozza del nuovo decreto energia che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri lunedì deroghe per l’autorizzazione integrata ambientale e spazio per i nuovi rigassificatori: galleggianti e no. I costi finiranno in bolletta.
- Bonelli (Verdi): «Un disastro sociale, economico e ambientale mentre anche questa volta 200 GW di rinnovabili rimangono bloccate».
Nella bozza del nuovo decreto energia che il governo si prepara ad approvare lunedì, l’esecutivo ha ribadito la strada per cercare di fare fronte all’eventuale ammanco del metano di Vladimir Putin: via libera a più carbone, come anticipato da Mario Draghi subito dopo l’invasione dell’Ucraina, e nuovi rigassificatori galleggianti per accogliere le navi metaniere, ma anche via libera ai rigassificatori fissi. La parola d’ordine è semplificazione. Per quanto riguarda gli impianti che riportano a



