- Mario Draghi nella gestione della crisi ucraina ha dovuto fare i conti con la fragilità della sua maggioranza ma anche con alcuni suoi errori strategici, malintesi e ritardi che hanno reso la linea di Roma incerta e inaffidabile per i partner.
- Anche Luigi Di Maio ha commesso alcune leggerezze nella trattativa internazionale utilizzando toni eccessivi e arrivando a definire il presidente russo Putin «atroce».
- Poi c’è la linea autonoma di Matteo Salvini, che ha scelto di tentare una diplomazia tutta sua, proponendo prima una marcia per la pace in Ucraina e organizzando poi in autonomia una «visita non tradizionale» in Polonia.
Tutte le esitazioni di Draghi e della sua maggioranza sull’Ucraina
08 marzo 2022 • 09:00Aggiornato, 08 marzo 2022 • 10:06