«Non sono la nipote del cardinale Becciu né la sua dama segreta, sono allusioni vergognose. Io ho lavorato per il Vaticano, è vero. Ho conosciuto l'ex sostituto quattro anni fa, e per la Santa Sede ho costruito una rete di relazioni diplomatiche di alto livello. Che servivano, certo, anche a prendere informazioni per provare a liberare preti e suore rapiti in territori difficili. Ma non ho rubato un euro». Cecilia Marogna è la donna dei misteri: ha ricevuto 600mila euro da un fondo della segreteria di Stato sul conto corrente di una sua società in Slovenia. Gli inquirenti vaticani temono che sia una truffatrice e che abbia creato una rete diplomatica parallela.

Il Vaticano sospetta che lei abbia distratto dai fondi dell'Obolo di San Pietro. Perché Becciu glieli avrebbe bonificati?

Ho una lettera del cardinale che mi autorizza a viaggiare ed avere relazioni diplomatiche per aiutare la Chiesa in territori difficili. Ma non l'ho mai dovuta mostrare glielo assicuro. Serviva per dimostrare a vescovi in posti lontani che non ero una mentitrice. Sa io conosco persone di un certo tipo, e da loro sono stimata. Conosco i vertici dei servizi segreti italiani. Io mi sono sempre comportata bene perché costruisco ponti e soluzioni, non litigo con nessuno. Sono proattiva. Io qui invece vedo sputtanamento di basso livello nei miei confronti.

Ma che avrebbe fatto per il cardinale Becciu e per la segreteria di Stato?

Ho costruito reti di alto livello. Nei paesi e nelle arie più a rischio. In Medio Oriente, in Africa, in Uganda, Mali, Burkina Faso. Ho fatto una mappatura delle missioni, delle diocesi più remote. Un lavoro che il Vaticano non aveva mai fatto: le nunziature non fanno certo report di geopolitica, analisi di dati sul territorio. Che c'è di male?

Su un conto in Slovenia presso la sua società Log Sic sono stati accreditati oltre 600mila euro da parte della Segreteria di Stato. Non le sembra strano un po' troppo per delle analisi e dei semplici rapporti? Lei che credenziali ha?

Era il dovuto per il lavoro svolto in quelle aree. Ma questi soldi li ho girati per operazioni diverse, sempre per lo stesso fine. Se avete i miei report bancari vedrete che ci sono delle società in Somalia ha cui ho dato denari. Non è che in alcuni paesi vai a pagare le fonti col bancomat. Ci sono intermediari londinesi, pure.

E queste ipotetiche operazioni segrete per liberare ecclesiastici rapiti?

Sono al corrente di queste situazioni. Potevo avere informazioni sensibili riguardo a questo, ma non è che io andavo dai terroristi a prendere l'ostaggio. Posso parlare con gli intermediari per cercare di risolvere lsituazioni. Ma le posso pure dire che io e Becciu non eravamo gli unici a gestire certe attività. Ma questi 600mila euro non servivano a pagare riscatti! Innanzitutto non mi risulta che il Vaticano abbia mai pagato nulla alle organizzazioni criminali. Poi, nel caso, servono molti più soldi per chiudere eventuali trattative, mica questi pochi spiccioli. Non c'è logica in queste presunte accuse.

Lei ha fatto viaggi, regali, ha comprato oggetti di lusso con i soldi della beneficenza. In Vaticano ipotizzano che lei possa aver architettato una truffa.

Tutte spese che servivano a creare rapporti di cooperazione. Stiamo parlando di poche centinaia di migliaia di euro spesi in oltre quattro anni. E i bonifici che ha ricevuto la mia società dal Vaticano comprendevano anche il mio stipendio. Mica faccio la missionaria scusi? Potrò essere pagata per il lavoro che ho fatto? Tra viaggi e pagamenti vari quanti soldi posso aver tenuto per me? Ci pensi, suvvia.

Insomma, c'è un complotto contro di lei?

Scrivono male di me semplicemente perché svolgo bene il mio lavoro, e mantengo sempre discrezione e riservatezza. Forse a qualcuno infastidiscono i miei risultati professionali. Comunque vivo in una casa in affitto e ho una Toyota da 10 anni. Lavoro e mantengo mia figlia e sono cointestataria del mutuo dei miei genitori. Magari fossi milionaria.

Ma perché nel 2016 ha contattato Becciu? Lo conosceva già da prima?

Becciu l'ho voluto incontrare per fare con lui un confronto di analisi geopolitiche. Lui era stato nunzio in Angola, e volevo capire quello che aveva vissuto lui in Africa. Poi sono arrivate crisi gravi e sequestri a catena. Gli ho proposto di raccogliere dati. Ho speso i soldi che mi arrivavano direttamente sui territori. Poi certo c'è anche il mio compenso: io non lavoro gratis. Ma con 600mila euro non non si pagano riscatti. Parliamo di altre cifre. Mica i terroristi hanno l'anello al naso.

© Riproduzione riservata