Forte nel consenso elettorale, il governo Meloni è poco amato dai vertici delle istituzioni statali con cui ha ingaggiato uno scontro tra poteri, culminato con gli emendamenti che limitano i poteri di controllo della Corte dei Conti. Ecco perché a palazzo Chigi, ogni amico con entrature nel deep state dei palazzi è prezioso, e in questi giorni il più prezioso di tutti si sta rivelando l’amministrativista Sabino Cassese.

Il decano dei potenti di stato è stato il primo a difendere apertamente le iniziative del governo contro i giudici contabili e da tempo è la voce dell’accademia che suggerisce dalle pagine del Corriere della Sera. Interviene direttamente grazie alla guida del comitato per l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni preliminari (Lep) per l'autonomia differenziata, indirizza grazie a una folta nidiata di allievi collocati nei gangli di tutte le amministrazioni, soprattutto pubbliche ma anche private.

Del resto, quella di Cassese è considerata la scuola più prestigiosa per chi voglia entrare a far parte della classe dirigente dello Stato. Una scuola attiva da oltre quarant’anni, senza numeri di matricola né lezioni obbligatorie, ma fatta di riti di passaggio, convegni, pubblicazioni. Fino a potersi fregiare dell’etichetta di “allievo di Cassese”, considerata un lasciapassare privilegiato per entrare nei ministeri ma anche nei consigli di amministrazione di banche e società.

L’Irpa

Per individuare i nomi più prestigiosi della “nidiata” Cassese, bisogna scorrere l’indice della rivista trimestrale di diritto pubblico edita da Irpa, l’Istituto di ricerca per la pubblica amministrazione fondato dal professore emerito. I soci vengono individuati per cooptazione e ne fanno parte professori delle più prestigiose università, professionisti, alti dirigenti di stato, oltre che giovani dottorandi o ricercatori.

Tra loro, figurano nomi che hanno ricoperto ruoli di prestigio nei ministeri negli ultimi vent’anni e con ogni bandiera politica: perché i politici passano ma i bravi tecnici restano. E quelli svezzati da Cassese sono considerati tra i migliori. Spiccano allora due figli del Quirinale: Giulio Napolitano, figlio di Giorgio, ordinario di diritto amministrativo a Roma Tre, e Bernardo Mattarella, figlio di Sergio, a sua volta ordinario alla Luiss, entrambi con un passato ai vertici di uffici legislativi ministeriali.

Dell’elenco fa parte il nome di quella che viene considerata la vera pupilla di Cassese, la sua alunna più brillante: Luisa Torchia, anche lei docente a Roma Tre, ma soprattutto amministrativista di fama e componente del consiglio di amministrazione di assicurazioni Generali. 

Nella lista anche numerosi membri degli uffici che compongono l’attuale esecutivo. Toccando solo gli incarichi di vertice e in ordine rigorosamente alfabetico (che però comincia con la C, come Cassese, prima di riprendere dalla A), Diego Agus è vice capo di gabinetto della ministra dell’Università Anna Maria Bernini, Luigi Fiorentino è il capo del dipartimento per l’informazione e l’editoria che fa capo a palazzo Chigi, Chiara Lacava è stata nominata fino al 2026 consigliera con incarico di coordinare l'ufficio trattamento giuridico, contenzioso e politiche formative, nell'ambito del dipartimento per il personale della presidenza del Consiglio, Carlo Notarmuzi è al vertice del Dipartimento per il coordinamento amministrativo sempre a palazzo Chigi dal 2013.

Le nomine

Non solo ministeri, però. Gli allievi di Cassese aspirano e ottengono nomine anche al di fuori della pubblica amministrazione strettamente intesa.

Da annoverarsi tra i giuristi legati all’Irpa e quindi a Cassese, a sua volta presidente emerito della Consulta, c’è anche l’ultimo giudice costituzionale di nomina quirinalizia Marco D’Alberti, scelto nel 2022 in sostituzione del presidente uscente Giuliano Amato. A palazzo della Consulta siede anche un’altra giudice considerata vicina alla scuola Cassese: l’amministrativista Daria De Pretis, anche lei di nomina presidenziale ma su indicazione di Giorgio Napolitano.

Dalla Corte costituzionale ad ambienti apparentemente più mondani, tra i pupilli di Cassese è iscritto anche il presidente della Lega calcio di serie A, Lorenzo Casini. Amministrativista romano cresciuto all’ombra del professore emerito, è stato capo di gabinetto del potente ministro alla Cultura Dario Franceschini e nel 2022 è stato scelto al vertice dell’associazione che riunisce le squadre d’élite grazie alla sponda dei presidenti meno allineati, Claudio Lotito della Lazio e Aurelio De Laurentiis del Napoli.

E poi consiglieri di Stato – seduti ai vertici delle sezioni dell’organo costituzionale preferito dagli amministrativisti – avvocati e membri di consigli di amministrazione. Molti nomi, in una rete fitta quanto ampia, tutti uniti da un’unica caratteristica: la provenienza prettamente accademica, che è stata poi il trampolino di lancio per tutto il resto ma mai viceversa. Chi conosce Cassese, infatti, lo descrive in due modi: «potente barone universitario» in grado di promuovere i suoi da un lato, ma anche «il più bravo a selezionare i migliori secondo un criterio meritocratico», così da perpetuare il lustro della propria scuola. Due facce della stessa medaglia, probabilmente.

 

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