Beppe Sala si aggiudica il prestigioso Franco Gabrielli per mettere mano alla sicurezza della sua città, tema spinoso che gli ha dato negli ultimi mesi non pochi grattacapi. Il capo della polizia, mito composto e tuttavia mitico della sicurezza “democratica” ha un curriculum stellare: è stato pluriprefetto, direttore del Sisde e dell'Aisi, Capo del Dipartimento della protezione civile e ha chiuso la sua carriera da sottosegretario di stato alla presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica del governo di Mario Draghi. Ora andrà a dare una mano al sindaco di Milano, che ieri ha annunciato di averlo dominato a capo di un “comitato per la sicurezza”.

La destra strilla al fallimento del primo cittadino, che avrebbe in questa maniera commissariato il suo assessore e ammesso il flop della sua amministrazione. Gabrielli, da par suo, si presenta con il consueto understatement: «Milano non è Gotham City. Ora ho bisogno di studiare. Ogni realtà è diversa e nessuno ha ricette salvifiche. Mi ha intrigato che il sindaco Sala non pensasse a un capo espiatorio, a un uomo solo al comando» ma a un lavoro di gruppo «confrontandomi con chi ha le responsabilità». A sua volta Sala spiega di non cercare uno sceriffo, «la sinistra deve essere in grado di dare risposte alla richiesta di sicurezza che viene dalla gente comune, ma se sei di centrosinistra non puoi rispondere solo con la repressione». E infatti ha scelto il migliore dei poliziotti buoni.

Gabrielli è andato in pensione anticipata lo scorso primo luglio, e aveva accettato di docenza per tre anni all’Sda Bocconi School of Management, lo premette parlando con i giornalisti del nuovo incarico. 

A Sala riesce un colpo che non era riuscito ad altri suoi autorevoli colleghi. Il sindaco Roberto Gualtieri aveva provato a chiedergli di occuparsi della sicurezza di Roma. Ma alla fine lo stesso Gualtieri ha dovuto rinunciare, per ragioni diplomatiche: per non pestare i piedi al delegato scelto in precedenza, Mario Mei, considerato vicino al presidente del Copasir Lorenzo Guerini, potente leader anche della corrente più riformista fra quelle dei riformisti Pd. Nel dubbio, meglio non muovere niente.

A questo punto Gabrielli era stato richiesto da Napoli: anche il sindaco Gaetano Manfredi gli avrebbe fatto ponti d’oro. Ma anche qui niente da fare: e i bene informati riferiscono che in questo caso è stato Nicola Gratteri, procuratore capo del capoluogo campano, a consigliargli di risparmiarsi il ginepraio degli amministratori in lizza, insomma di non infilarsi in un guaio. Tutto più semplice a Milano con Sala, a cui Gabrielli ha detto sì di slancio. Delle due precedenti mancate, per i due sindaci, non ci sono conferme ufficiali, e ovviamente non ci potrebbero essere. 

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