L'Aula della Camera con 168 voti a favore, 127 contrari e 3 astenuti ha approvato la questione sospensiva proposta della maggioranza di un rinvio di sessanta giorni dell'esame della proposta di legge, presentata dalle opposizioni, sulle disposizioni per l'istituzione del salario minimo. Nella questione sospensiva si legge che «da un confronto parlamentare più approfondito e scevro da strumentalizzazioni ideologiche potrebbe consolidarsi l'opportunità di un intervento normativo volto al superamento dell'attuale situazione in cui versano alcuni settori del mercato del lavoro».

Le prese di posizione

La discussione del testo slitta quindi a ottobre, nonostante il tentativo delle opposizioni di stigmatizzare la scelta della maggioranza. «La strada scelta» dalla maggioranza «è la strada di una fuga. Avete scelto di scappare, ma non da noi, dall'opposizione, ma dalla realtà, dal Paese» ha detto il deputato di Avs Nicola Fratoianni. Elly Schlein, pure, è netta: «Siamo davanti alla fuga della maggioranza, che fugge davanti a un problema reale. Siamo aperti al dialogo. Non ai rinvii sine die. La maggioranza dice che della sofferenza della gente se ne frega».

Anche Giuseppe Conte è intervenuto con durezza in aula: «Resta un mistero in questa vicenda, un mistero inglorioso: il vero pensiero della presidente Meloni la quale in passato ha detto che il salario minimo è un specchietto per le allodole, più di recente ha detto che è uno slogan. Davvero siete convinti, come sembra alludere la presidente Meloni, che la fissazione di un salario minimo potrebbe far abbassare gli stipendi? Davvero volete creare confusione dicendo che compromette la contrattazione collettiva? Se Meloni intende questo, non ha letto una riga della nostra proposta. Tutti i paesi che anno introdotto questa misura hanno portato complessivamente a aumento di stipendi, Pil e occupazione». Per Riccardo Magi, leader di Più Europa, invece, punge il governo: «La sospensiva è l’atto preferito dell'esecutivo».

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