La presidente del Consiglio Giorgia Meloni apre la porta al salario minimo orario e convoca le opposizioni a Palazzo Chigi l’11 agosto per un incontro a porte chiuse. Che l’aria stava cambiando si era capito quando sindacati e Confindustria avevano iniziato interloquire con la segretaria del Pd Elly Schlein alla vigilia della discussione alla Camera. Il testo, approdato in parlamento il mese scorso, dopo che la maggioranza ha tentato di eliminarlo è stato messo in pausa fino a settembre.

Adesso ci sarà un confronto. L’invito, per venerdì alle ore 17, è stato comunicato alle opposizioni formalmente dal sottosegretario Alfredo Mantovano a nome di Meloni. La stessa presidente parteciperà con una delegazione di governo.

Schlein ha accettato pubblicamente con un video: «Noi parteciperemo all'incontro di venerdì. Ci parteciperemo con spirito costruttivo, ma senza dimenticare le dichiarazioni della maggioranza di questi mesi». Meloni, ha ricordato la segretaria, ha definito il salario minimo «uno specchietto per le allodole».

Tajani, ha ricordato ancora Schlein senza nominarlo, «l’ha bollata come una misura sovietica o una forma di assistenzialismo. Non dimentichiamo queste dichiarazioni e l'atteggiamento tenuto nelle battaglie che abbiamo fatto in parlamento fino al voto della sospensiva da parte della maggioranza la settimana scorsa».

Il parlamento è chiuso e da programma dovrebbe restare fermo fino a settembre, nonostante il Consiglio dei ministri di lunedì abbia varato un nuovo decreto. Per il salario minimo, prosegue la segretaria del Pd, «siamo pronti a tornare in Parlamento anche domani per far approvare la nostra proposta. Andiamo a confrontarci sul merito».

Per aumentare i salari di tre milioni e mezzo di lavoratori «e non soltanto dei manager del Ponte sullo Stretto», ha detto ricordando l’ultima misura che dovrebbe arrivare a breve in Gazzetta ufficiale. «Siamo disponibili al confronto a patto che non sia una sceneggiata agostana», conclude.

Oltre a lei hanno già accettato anche Riccardo Magi, di PiùEuropa, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra-Italiana, e Carlo Calenda di Azione. Pronto ad andare anche Giuseppe Conte, il leader del M5s. L’invito, confermano a Domani, è arrivato anche a lui personalmente.

Non ci sarà Matteo Renzi: «Italia Viva non parteciperà alla riunione sul salario minimo in quanto non firmataria della proposta». Iv «ha già presentato i propri emendamenti alla proposta di legge Conte e li discuterà in aula. La decisione è stata comunicata personalmente dal senatore Renzi a Palazzo Chigi nella giornata di ieri», ha comunicato il partito.

I ristori per l’Emilia-Romagna

La segretaria, già vicepresidente dell’Emilia-Romagna, ha colto l’occasione per ricordare alla presidente che sono state avanzate richieste specifiche per la regione colpita dall’alluvione lo scorso maggio: «Ci aspettiamo atti conseguenti e risposte, anche sui ristori per famiglie e imprese colpite dall'alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna e sulle mancate dimissioni di De Angelis». Il responsabile della comunicazione della Regione Lazio che professa l’innocenza dei terroristi neri per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Dopo rumors sul suo passo indietro, si è scusato e ha tenuto il suo ruolo.

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