La procura di Salerno ha chiesto e ottenuto l'arresto di due persone, indagate per minaccia nei confronti degli operai della cooperativa San Matteo per costringerli a votare un candidato in una lista a sostegno del sindaco uscente Enzo Napoli. Una nuova crepa nel sistema di potere che ha nel presidente Vincenzo De Luca il suo dominus dopo gli arresti eseguiti ieri del consigliere regionale Nino Savastano e di funzionari e dipendenti comunali.

La nuova indagine ruota attorno a un audio, del quale anche Domani aveva parlato nei giorni scorsi, che racconta il ricatto del pane e imbarazza il primo cittadino.

La minaccia agli operai

Giovedì 30 settembre, a Salerno, è il penultimo giorno di campagna elettorale per l'elezione del sindaco, l'indomani è previsto l'arrivo del presidente della regione Vincenzo De Luca che sostiene l'uscente Enzo Napoli. Si muovono tutti per cercare voti e raggiungere l'obiettivo della riconferma, in fondo lo stesso presidente De Luca ha detto: «Salerno sono io». Lontano dai palchi e dai riflettori si mobilitano anche i portatori di voto.

Il 30 settembre, intorno alle 20 e 39, arriva sulla chat degli operai della cooperativa San Matteo un messaggio, inoltrato dal dipendente Umberto Coscia. È un audio, registrato dal titolare di fatto della coop, Gianluca Izzo. Izzo e Coscia sono stati arrestati, sono ora ai domiciliari per venti giorni.

«Ragazzi buona sera. Vi volevo solo ricordare che domenica e lunedì si vota. Per noi è una cosa importante. Ci stiamo giocando quasi tutto quindi io non vi sto dicendo che voi siete obbligati a votarci...naturalmente io mi aspetto che voi ci andate a votare, che voi ci siete per noi, come noi ci siamo sempre stati per voi...ve lo dico perché stavolta mi sono scervellato sezione per sezione, so dove votate, dove non votate, quindi io personalmente me li vado a controllare (…) è vero che non avete un obbligo, però esiste il rispetto reciproco e la correttezza...noi ci siamo, ci siamo stati e aspettiamo che voi domenica e lunedì ci state per noi», recita il messaggio audio.

Le votazioni

Domenica, primo giorno di votazioni, il consigliere comunale di Forza italia Roberto Celano riceve e pubblica l'audio dedicando un post alla vicenda con un titolo inequivocabile: «Il ricatto del pane». Una vera e propria bomba a urne aperte che, però, non produce alcuna indignazione, anzi.

Il comitato elettorale del sindaco uscente Enzo Napoli, deluchiano doc, invia una nota nella quale smentisce ogni parola: «È una evidente, gravissima, fake news, un grossolano ed inaccettabile tentativo di inquinare il voto a Salerno, che offende la nostra città ed i nostri concittadini. Celano, Tofalo e Gallo (il primo deputato, il secondo consigliere comunale) ne risponderanno in tribunale ed i nostri concittadini puniranno con il loro voto libero questo ennesimo insulto alla loro libertà. Insieme alla denuncia chiederemo di bloccare, ai sensi di legge, l'ulteriore diffusione di questa infame e maldestra menzogna in tutte le forme e modalità perché operata peraltro in palese violazione dell'obbligo di silenzio elettorale».

L' «infame menzogna» era vera. La procura, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha ascoltato Celano, appurato la veridicità del contenuto attraverso due perquisizioni nelle quali è stato trovato materiale elettorale con indicazioni di voto per Alessandra Francese, moglie proprio di Gianluca Izzo, quest'ultimo ai domiciliari. Lo stesso Umberto Coscia, anche lui arrestato, ha ammesso di aver diffuso un messaggio audio ricevuto da Izzo il giorno 30 settembre.

Dopo le polemiche pubbliche per la diffusione del primo messaggio audio, Izzo non si ferma, risulta mandante di un ulteriore messaggio che viene inviato agli operai da Mario Gaeta, indagato nell'inchiesta, di questo tenore: «Vi dovrei chiamare uno alla volta perché Gianluca (Izzo) mi ha chiamato perché dice che è stato inoltrato il messaggio che lui aveva fatto mandare da Umberto (Coscia) su questo gruppo (…) appena verrà a capo di chi è stato a inoltrare il messaggio si prende le conseguenze».

Le conseguenze sono arrivate, penali, per gli autori degli audio. Alessandra Francese, non indagata, è stata candidata nella lista progressisti per Salerno, è risultata la prima dei non eletti. «È la lista del sistema di potere deluchiano, il sindaco Napoli si dovrebbe dimettere per l'indagine di ieri e quella di oggi, ma non per ragioni giudiziarie, ma perché sta emergendo il sistema di potere che controlla socialmente la città con il ricatto del pane da due decenni», dice Roberto Celano.

In 48 ore è stato terremotato il comune. Sono ai domiciliari il responsabile del settore ambiente, un uomo dello staff del sindaco, l'ex assessore alle politiche sociali, il ras delle cooperative che ha sostenuto i deluchiani alle regionali e alle comunali, e ora anche due componenti di una coop impegnata nella raccolta di voti. Lo stesso sindaco Enzo Napoli è indagato per turbativa d'asta. Inizio peggiore non era immaginabile per la nuova avventura da primo cittadino. «Questo sistema politico ha un solo uomo che muove i fili, si chiama Vincenzo De Luca», conclude Celano, da due decenni in guerra contro la gestione dell'attuale presidente di regione.

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