L’apologia del fascismo torna argomento centrale in parlamento e in procura. Dopo il dibattito sull’assalto alla Cgil da parte di Forza Nuova nella passata legislatura, il vicepresidente della Camera Sergio Costa (M5s) ha presentato un esposto che mette sotto accusa quanto accaduto dopo le celebrazioni di via Acca Larentia, la commemorazione del 7 gennaio di tre giovani esponenti del Fronte della gioventù, uccisi 46 anni fa. All’evento hanno preso parte un altro vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, e il presidente della regione Lazio di centrodestra Francesco Rocca. L’esposto in procura, che a quanto risulta a Domani dovrebbe essere presentato martedì, recherà la firma del presidente del Movimento, Giuseppe Conte. Una richiesta di attenzione giudiziaria «nella propria veste di parlamentari della Repubblica», si legge.

Prima la cerimonia istituzionale con la deposizione di una corona di fiori. Poi i militanti si sono spostati davanti all’ex sede del Movimento sociale italiano, e come spesso è accaduto già altre volte in passato, hanno fatto il saluto con il braccio teso di fronte a un manifesto nero recante la scritta “presente, presente, presente” e in alto una croce celtica bianca.

Per il Movimento si tratta di «palesi manifestazioni esteriori di apologia del fascismo, accompagnate dalla presenza di croci celtiche, le quali sono in tutta evidenza in condizioni di pubblicità tali da rappresentare un concreto tentativo di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostituzione del partito fascista». Il “saluto romano” e l'intonazione del coro “presente” durante una manifestazione integrano il reato di apologia del fascismo, «per la connotazione di pubblicità che qualifica tali espressioni esteriori, evocative del disciolto partito fascista, contrassegnandone l'idoneità lesiva per l'ordinamento democratico ed i valori ad esso sottesi».

La manifestazione «ha rappresentato l'occasione per una rievocazione criminale del fascismo, un vero e proprio evento celebrativo del ventennio più buio della storia dell’Italia, in spregio della barbarie che esso ha rappresentato».

La legge Scelba e la legge Mancino sanzionano l'apologia del fascismo. 

Allo stesso tempo si tratta anche di «reato di apologia di delitto». Poiché è indubitabile che ogni forma di rievocazione ed esaltazione del fascismo, ancorché limitata a simboli, gesti e slogan, è certamente interpretabile come apologia dei reati commessi nel ventennio fascista.

Oltre alle braccia tese, l’esposto ricorda anche l’uso della croce celtica, che è uno dei più diffusi simboli neofascisti, un mix che per i parlamentari aumenta il rischio di diffondere concezioni favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste.

La formulazione tuttavia escluderebbe Rampelli e Rocca, visto che è espressa «nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia di Roma ostentando nei modi e nelle forme l’adesione all’ideologia fascista». Il presidente del Lazio, dopo che hanno cominciato a circolare i video, ha detto di essere pronto a querelare.

I deputati si riservano di costituirsi parte civile, indicare testi e depositare ulteriore documentazione.

L’interrogazione e l’Anpi

Già in mattinata il Pd ha deciso di presentare un’interrogazione. Nel testo depositato al Senato «si chiede quali siano le valutazioni del Governo sui fatti riportati in premessa e quali iniziative intenda adottare al fine di fare chiarezza sugli stessi e di far cessare qualunque attività o comportamento commessi in aperta e palese violazione del dettato costituzionale e delle leggi del nostro ordinamento». Il Pd accusa Rampelli di aver assistito a tutto: «Era presente anche il vice presidente della Camera, Fabio Rampelli». Ma lui nega e prende le distanze dai saluti romani che c’erano stati anche la mattina: «Le dieci persone isolate che nella mattinata di ieri hanno fatto il saluto romano non fanno parte di Fratelli d’Italia». Rivendica invece per il partito la manifestazione di Villa Glori, organizzata da Gioventù nazionale. Fanpage ha documentato però che in questo caso è stato fatto il “presente” (non il saluto romano).

Nel pomeriggio è arrivato anche il commento dell’associazione dei partigiani, l’Anpi. Il presidente Gianfranco Pagliarulo, non è soddisfatto dalla presa di distanze del vicepremier Antonio Tajani, a nome di Forza Italia: «Non mi pare di aver letto quelle della presidente del Consiglio, che in un anno di governo non ha mai pronunciato tra l'altro la parola antifascista». Al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi «chiediamo conto del perché non sia stato fatto nulla per impedire questa manifestazione e del perché, nel corso della manifestazione, non sono stati identificati i responsabili di un palese reato».

E ha ricordato che alla scala di Milano la Digos ha identificato chi ha urlato «viva l'Italia antifascista». Anche il segretario di Sinistra Italiana è dello stesso avviso. «Funziona così nell'Italia di Meloni: se dici “viva l’Italia antifascista”, dopo l’inno nazionale, in un teatro, arriva la Digos e ti identifica. Se organizzi da anni raduni neofascisti, fai il saluto romano e inneggi al fascismo, va tutto bene». Adesso dovrà rispondere il governo a starà alla procura analizzare i fatti. 

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