Salvini rispolvera la Bestia. Manifesti gogna contro i rom

Il ritorno delle parole d’ordine pro-ruspa di Matteo Salvini contro i campi rom e una campagna di affissioni per mettere alla gogna i presunti autori di scippi. Saranno infatti usate immagini di persone considerate responsabili di furti e messe sui manifesti propagandistici della Lega da piazzare nelle città italiane. La tragedia di Milano, con la donna di 71 anni investita da un’auto guidata da quattro minorenni provenienti da un campo rom, ha scatenato i furori propagandistici da Bestia comunicativa salviniana della prima ora. Manovra, fermi 66 decreti. Il governo tiene in ostaggio 5 miliardi di investimenti I manifesti della gogna Sono state annunciate nelle ultime ore le affissioni con le «fotografie reali che saranno diffuse entro fine agosto», in particolare di «un gruppo di donne, tra cui lady scippi» che – scrive la Lega nella nota – ha evitato «la galera anche per le sue costanti gravidanze». Un’operazione che rappresenta anche una risposta ai divieti imposti dal comune di Roma. Il Campidoglio non è tornato indietro dallo stop ai manifesti affissi nella capitale, per promuovere il decreto Sicurezza, perché usavano riproduzioni dell’intelligenza artificiale. Pnrr, nomine e agenzia per la sicurezza: Salvini sogna il Ponte ma colleziona flop Per Salvini è il momento di alzare il livello di scontro politico. La proposta di «radere al suolo» il campo rom di Milano rientra nel nuovo-vecchio storytelling, è la riproposizione dell’attacco ai “buonisti”. «Nessun’altra comunità ha numeri così rilevanti», ha insistito la Lega in una nota, puntando il dito ancora una volta contro i rom. Da qui l’annuncio delle affissioni a tappeto senza usare immagini create dall’intelligenza artificiale. Si fa ricorso a una specie di foto segnaletiche. Il tema della sicurezza viene quindi presidiato capillarmente, compresa la questione dell’occupazione abusiva delle case. Ancora una volta l’obiettivo è stata Ilaria Salis, eurodeputata eletta con Avs, uno degli obiettivi preferiti dai leghisti. Infrastrutture e rinnovabili, pioggia di denaro sulla Lega: un milione in due mesi E nella strategia ci sono il rilancio del condono fiscale e le critiche alle decisioni dell’Ue. Non è un Papeete in purezza, come quello che ha portato alla caduta del governo Conte.È un Papeete 2.0: Salvini non vuole affatto aprire una crisi di governo in piena estate, non ci pensa proprio perché dagli errori si impara sempre qualcosa. L’agosto 2025 è visto come il momento perfetto per lanciare l’offensiva a tutto campo. L’idea è di riprendersi la visibilità perduta, sperando che possa riprendere quota anche il consenso. Gli altri leader sono in vacanza e Salvini è un moto perpetuo. Mette in agenda incontri, presenzia a feste di partito, programma qualche ospitata televisiva e ha già dato l’annuncio della partecipazione all’ultimo giorno del meeting di Comunione e liberazione a Rimini, il 27 settembre. Soldi alla Lega e affari d’oro con i precari: la norma sulle agenzie interinali fa felici i Durigon La stessa data in cui ci sarà la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il segretario della Lega staccherà giusto qualche giorno nell’ultima parte del mese di agosto, optando per una vacanza in Trentino, in vista del raduno di Pontida del 21 settembre. L’estate salviniana è infatti una lunga preparazione a quell’appuntamento, che cade a poche settimane dalle regionali, crocevia per rafforzare la leadership e dimostrare di essere almeno la seconda forza della coalizione. Ed è anche l’abbrivio per la prossima sessione di bilancio. Il vicepremier leghista ha intravisto lo spazio politico per incunearsi nelle difficoltà di Giorgia Meloni, troppo impegnata a fare esercizi di equilibrismo per non scontentare l’amica Ursula von der Leyen o l’alleato Donald Trump. E per mettere all’angolo Antonio Tajani, schierato sulla posizione del Ppe, ben distante dal sovranismo rispolverato dalle parti di via Bellerio. Anti Ue e vivandiera. Il primato di Meloni è un’aggravante La premier è sicuramente affaccendata su dossier complicati, il vertice in Alaska sull’Ucraina, i dazi. Adesso non può pensare pure a Salvini. Condono fiscale L’altro mattone è la proposta economica. Salvini sa che il follow the money resta decisivo per raggranellare voti e ha cercato di bruciare sul tempo la concorrenza intestandosi la battaglia della rottamazione delle cartelle. Da tempo ha fatto depositare una proposta in parlamento, una piattaforma ipotetica della misura da introdurre nella prossima manovra. Per la Lega è la vera misura che può aiutare il ceto medio, più della riduzione di due punti – dal 35 al 33 per cento – dell’aliquota del secondo scaglione Irpef, promessa di Forza Italia. Angelucci vota e usa il condono, la condanna del suo contabile Il deputato di FI, Maurizio Casasco, sentinella di Tajani sul fisco e sulla Legge di bilancio, ha già ricordato la necessità di intervenire mettendo almeno 4 miliardi di euro sulla misura. Ma dalla Lega, informalmente, hanno fatto notare il rischio effetto-boomerang: per alcune fasce di reddito il risparmio sulle tasse sarebbe di poche decine di euro al mese. L’altro tema è l’ampliamento dei beneficiari della flat tax (che garantisce un’unica aliquota al 15 per cento) per i lavoratori autonomi. La soglia attuale è fissata in 85mila euro di fatturato e Salvini vorrebbe portarla almeno a 100mila euro. Sicurezza e campi rom, Salvini e il doppio standard contro i sindaci a seconda di chi governa Solo che di mezzo ci sarebbe un passaggio con l’Unione europea per avere il via libera all’operazione. Quella stessa Europa tanto osteggiata per la burocrazia che impone i «dazi interni». Ma intanto si affila la campagna di agosto anti-rom, un grande classico del romanzo salviniano.