Un «clima asfissiante» subìto durante la direzione del Tg2, un augurio all’ex avversario interno al ministero Vittorio Sgarbi, che dopo una convivenza sofferta in via del Collegio romano ha accettato di fare un passo indietro in seguito allo scandalo delle consulenze, salvo ritrovarsi candidato nelle liste di Fratelli d’Italia per le europee. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano rivendica nomine «sulla base delle competenze» e attacca l’Usigrai.

Ministro, Vittorio Sgarbi è passato dall’essere il suo sottosegretario a correre per le prossime europee nelle liste di Fratelli d’Italia. Al ministero sarà sostituito? 

Il tema di un’eventuale reintegrazione del terzo sottosegretario al ministero – ce n’è un altro che si è dimesso – è un tema che si porrà eventualmente dopo le prossime europee. Il ministero va avanti benissimo anche senza di lui. 

Con Sgarbi o senza Sgarbi. 

Gli auguro fortuna nella campagna elettorale e lo ringrazio per aver detto alle agenzie di stampa che sto facendo bene il ministro e lo ringrazio per aver detto di aver stima di me e di essere mio amico. Sentimenti pienamente ricambiati. 

Il suo ministero è una delle leve principali con cui il governo Meloni avrebbe voluto «cambiare la narrazione». Un motto che è rimbalzato dalla Rai a via del Collegio romano: c’è ancora un tema di egemonia culturale in Italia? E se sì, adesso è la vostra?

L’ho detto tante volte: non voglio sostituire un’egemonia di sinistra con una di destra. Io sono per una cultura aperta e plurale, anche perché, quando è alta, si incrocia. Abbiamo fatto la mostra su Tolkien che è andata benissimo sia a Roma che a Napoli, abbiamo fatto quella su Gentile, ne faremo una su Gramsci. Io stesso ho sempre avuto una vasta curiosità intellettuale: il mio primo libro di un certo successo è stato su Lenin a Capri. Questo atteggiamento cerco anche di trasferirlo nel mio lavoro. 

A proposito di curiosità intellettuale, c’è un libro che nelle scorse settimane ha agitato molto Fratelli d’Italia, Sempre dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira. È finalista al premio Strega e tratta della strage di Acca Larentia, lei l’ha letto?

Non l’ho letto. Attualmente sto leggendo Napoli 1343, è un libro molto interessante. E poi ho riletto Il libro nero del comunismo

Negli ultimi mesi dal suo ministero sono uscite parecchie nuove nomine. Lo spoils system è un approccio adatto al mondo della cultura? 

Non faccio nomine dirette, c’è tutto un meccanismo di commissioni, in alcuni casi mi viene sottoposta una terna. Per esempio, per il museo della resistenza ho nominato il professor Roberto Balzani, ex sindaco di Forlì del Pd. Io guardo alle competenze delle persone, non a cose astratte: non ho mai sostituito nessuno, quando si arriva a scadenza naturale si fanno le nomine. Anche Marino Sinibaldi (ex presidente del Centro per la lettura, ndr) semplicemente non è stato rinnovato alla fine del suo mandato ed è stata selezionata un’altra persona. Simone Verde, direttore degli Uffizi, è stato nominato per la prima volta da Franceschini, esattamente come Eike Schmidt a Capodimonte e Cristina Mazzantini alla Gnam. Chiedo solo a queste persone di esse plurali, aperte nella declinazione politica. Ognuno deve avere pari possibilità di esporsi. 

Parliamo del ministero del Turismo, che è in qualche misura imparentato con il suo. È notizia delle ultime ore che la ministra Daniela Santanchè dovrà affrontare un rinvio a giudizio. Il fatto che debba dedicare molto tempo alle sue vicende giudiziarie personali complica la vostra collaborazione?

Io ci lavoro benissimo. Abbiamo tanti dossier comuni su cui stiamo facendo tantissime cose, come il treno Roma-Pompei, che è andato talmente bene che le Ferrovie hanno deciso di potenziarlo. Per quanto riguarda le vicende giudiziarie, non sono un magistrato e rispetto la divisione dei poteri. 

Nell’azienda da cui è attualmente in aspettativa dopo aver diretto il Tg2, la Rai, lunedì si sciopera per iniziativa di Usigrai. Cosa ne pensa? 

Usigrai mi deve ancora spiegare che fine hanno fatto i 100.000 euro che erano nei loro bilanci. Lì ci sono tutti i miei contributi: c’è anche un’inchiesta giudiziaria su questo tema. Rispetto Usigrai perché rispetto tutti i sindacati. 

Quindi è giusto scioperare, quando c’è bisogno. 

Non conosco le ragioni per cui scioperano…

Dicono che in Rai ci sia un «clima asfissiante». 

Non credo ci sia, il clima asfissiante l’ho subito io. Sono pronto a darvi un’intervista dove dimostro carte alla mano tutte le censure che ho subito. 

Ma è stato anche più volte sul palco di Fratelli d’Italia quando era ancora direttore del Tg2.

Certo, come altri sono stati su altri palchi. È la libertà. 

Il suo nome è circolato parecchio per una possibile candidatura alla guida della Regione Campania alle prossime elezioni, nel 2025. 

Fino al 2032 faccio il ministro della Cultura, nel primo e nel secondo governo Meloni, perché noi rivinceremo le elezioni. Dopo torno a fare il direttore o l’editore. 

Torniamo all’attualità più immediata. Un dirigente napoletano di Fratelli d’Italia ha pubblicato sui social un post in cui ha paragonato la segretaria del Pd Elly Schlein alla ricostruzione del viso di una donna di Neanderthal sulla base del ritrovamento di alcune ossa in Iraq. Luigi Rispoli è anche un suo consulente…

Non è un consulente del ministero della Cultura. È un componente a titolo gratuito della commissione teatro. 

Comunque una persona che lavora nell’ambito del ministero. Lo condanna? 

Ha assolutamente sbagliato. È un comportamento deprecabile, anche perché la polemica politica non deve mai scadere su cose così sgradevoli. Mi pare abbia chiesto scusa, però sono cose che non vanno fatte. La politica deve avere questa missione: dobbiamo avere una cornice di valori condivisi, che sono quelle consacrate nella nostra carta costituzionale, una delle migliori del mondo. All’interno di questa cornice ci si divide, come accade in democrazia, su visioni programmatiche diverse. Non sono d’accordo con molte cose che dice Schlein, ma la rispetto, soprattutto per l’impegno e la passione civile che mette in quello che fa. Io non ho nemici politici, io ho avversari da rispettare. Vorrei però che quando alla mia persona vengono rivolte espressioni più o meno analoghe ci fosse la stessa solidarietà che io sono in grado di dare in questo momento. 

Siamo sull’orlo dell’estate, stagione di turismo e di cultura. Quali mostre giustificherebbero un biglietto per l’Italia nei prossimi mesi?

Quando dico che l’Italia è una superpotenza culturale, faccio riferimento a un fatto oggettivo e storico. La penisola italica ha visto il succedersi di tante civiltà importanti, ciascuna delle quali ci ha lasciato qualcosa. Io tre cose da vedere non mi sento di dirle, posso dire tre cose napoletane: Capodimonte, il museo archeologico di Napoli e Pompei. 

Grandi classici. E le esposizioni temporanee? 

Ce ne sono tante. Per esempio i Preraffaelliti, una mostra bellissima in corso attualmente a Forlì. L’Italia è veramente uno scrigno di tesori, anche in quelli che riteniamo essere luoghi minori. In questo anno mi è capitato di andare al museo archeologico di Chiusi, al museo archeologico di Tarquinia. Pontecagnano! C’è un museo archeologico molto bello, attrezzatissimo, pieno di reperti, di testimonianze della storia. Siamo veramente un unicum e dobbiamo esserne tutti quanti orgogliosi. 

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