- Tutte le leggi economiche varate dal governo vanno nella direzione opposta delle vecchie convinzioni profonde della leader. E deludono i ceti meno abbienti che avevano creduto in lei.
- La underdog sta cercando si accreditarsi nel bel mondo dei superdog di cui la ministra del Turismo è la perfetta rappresentazione iconica. E il prezzo da pagare è la sconfessione delle sue radici
- La svolta dal giustizialismo delle origini a un garantismo in favore dei colletti bianchi accredita definitivamente Giorgia come l’erede del berlusconismo
Giorgia Meloni è il doppio letterario di Daniela Santanchè e si intende, da Euripide in poi, come il suo contrario. O forse è meglio dire era il suo doppio sino a quando non è approdata nelle nobili stanze di palazzo Chigi. Prima di allora era, per sua autocertificazione, la underdog forgiata nelle sezioni missine di periferia, nutrita dalle teorie sul “socialismo tricolore” di Giano Accame e Beppe Niccolai, desiderosa di battersi per gli ultimi, se italiani si intende. Statalista da precet


