Un’invasione di campo dal turismo al cinema che rischia di aprire un nuovo fronte di tensione nel governo, per ingerenza nelle competenze dei vari ministri. Il grande schermo viene sfilato, almeno per qualche giorno, alla Cultura. E si crea l’ennesima frattura tra l’asse Fratelli d’Italia-Forza Italia da una parte e la Lega dall’altra.

Daniela Santanchè non sembra preoccuparsene, nonostante i problemi di immagine delle ultime settimane tra inchieste e mozioni di sfiducia. Preferisce pensare alle immagini del grande schermo. Così con il suo ministero del Turismo ha messo il bollino sugli Stati generali del cinema in Sicilia, evento organizzato – dal 12 al 14 aprile – dalla giunta guidata dal forzista Renato Schifani.

Lega silenziata

La ministra avrà al suo fianco, soprattutto nella giornata di inaugurazione, una serie di nomi di peso tra parlamentari e dirigenti di Fratelli d’Italia. Tutto normale? Non proprio. Da questo appuntamento è stato pressoché tagliato fuori il ministero della Cultura (Mic) di Gennaro Sangiuliano, che è competente per materia nella figura della sottosegretaria leghista e fedelissima di Matteo Salvini, Lucia Borgonzoni, titolare della delega. Si era ipotizzato uno spazio secondario, poi la cosa è saltata. E non ci sarà nessuno del ministero.

Del resto la locandina dell’appuntamento previsto a Siracusa, nel castello Maniace, non lascia spazio a dubbi: spiccano cinque loghi. Quali? Quelli della regione Sicilia e della città di Siracusa, come è normale che sia per questioni logistiche. A completare il pokerissimo figurano il simbolo del ministero del Turismo, dell’Enit e del sito Italia.it.

Al Collegio Romano, sede del Mic, né Sangiuliano né Borgonzoni sono stati ritenuti interlocutori adeguati. Eppure, stando al titolo dell’evento, “Tax credit, cineturismo e internazionalizzazione: un osservatorio su dinamiche e prospettive”, qualcosa avrebbero potuto dire.

Peraltro non mancherebbero le occasioni. Alla kermesse c’è praticamente tutto il gotha del mondo cinema: registi, attori, critici cinematografici fino al presidente della Fondazione centro sperimentale di cinematografia, Sergio Castellitto. Non manca la politica. Tra gli invitati ci sono nomi di primo piano del partito di Giorgia Meloni: il presidente della commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone, e il vicecapogruppo di FdI a Montecitorio, Manlio Messina, ma anche Gianluca Caramanna, deputato e consigliere fidato di Santanchè.

Nella folta schiera di centinaia di ospiti non c’è alcun relatore riconducibile al ministero della Cultura, né tantomeno alla Lega.

Malumori e silenzi

Dalla regione Lombardia è in arrivo Barbara Mazzali, assessora al Turismo e marketing territoriale nella giunta di Attilio Fontana. Ovviamente è di Fratelli d’Italia. Se non è uno sgarbo istituzionale verso il ministero, è quantomeno un affronto politico a Borgonzoni.

Una brama di protagonismo di Santanchè (e di FdI) che ha alimentato i malumori nel partito di Salvini, ovviamente anche nei confronti di Schifani, peso massimo di Forza Italia in Sicilia e gran cerimoniere dell’evento.

L’operazione sembra costruita ad arte per relegare ai margini gli alleati.

Nel caso del presidente della regione emerge il fastidio nei confronti del suo partito, a livello nazionale. Antonio Tajani ha preferito nominare in segreteria il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, come referente al Sud. All’ex presidente del Senato la cosa non è andata giù.

La motivazione ufficiosa sull’esclusione del ministero della Cultura tende a minimizzare la vicenda. L’organizzazione fa capo alla regione Sicilia che ha scelto gli interlocutori, optando per il ministero del Turismo. Santanchè ha accettato volentieri. E da quanto raccontano fonti governative, si sta spendendo al massimo per il successo dell’evento. I suoi uffici ministeriali si stanno impegnando per garantire sale piene e un colpo d’occhio per immortalare la ministra di fronte a una folla di pubblico. Per costruire un altro filone: il cineturismo.

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