Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, difende la decisione di reintegrare i medici no-vax per aumentare le presenze in corsia e vuole lavorare sulla popolarità delle specialità meno scelte dagli studenti universitari, anche alzando gli stipendi. È quanto ha spiegato in un’intervista al Corriere della sera. 

«Io credo che sarà utile avere un tavolo con il ministero dell'Università. Purtroppo, alcune specialità, e sono quelle di cui c'è più bisogno, hanno meno appeal di altre per i giovani medici anche perché danno meno possibilità di lavorare nel privato. Il problema è legato anche agli stipendi: io credo sia giusto, per esempio, per il Pronto soccorso andare a identificare indennità per incentivare i giovani a scegliere Medicina d'urgenza. Aumentargli lo stipendio è l'impegno che mi assumo» ha detto.

Anche perché in mancanza di medici di turno bisogna arruolare i medici a gettone pagati 1.200-1.600 euro a turno. Soldi che potrebbero essere usati per aumentare lo stipendio degli specialisti già assunti. «Sono d'accordo. È allucinante pensare che medici esterni reclutati al bisogno vengano pagati da 2 a 5 volte in più dei colleghi assunti. È inaccettabile e il problema va risolto rapidamente».

I medici no-vax

Schillaci torna anche sul reintegro in anticipo di qualche settimana dei medici sospesi per inadempienza sul vaccino, una decisione che è stata presa perché «le altre categorie professionali che non si erano immunizzate sono state riammesse il 15 giugno. Poi oggi lo scenario è completamente diverso e c'è una grave carenza di organico e saranno comunque le singole direzioni sanitarie a decidere dove potranno andare a lavorare i medici reintegrati».

Quello dei medici no-vax è «un problema deontologico che dovrebbero e dovranno affrontare gli Ordini dei medici». E la decisione di reintegrarli «è stata presa anche un po' in segno di riappacificazione» ammette il ministro.

«Dopodiché la mia posizione è sempre stata a favore dei vaccini, lo strumento indispensabile per cambiare la storia della pandemia da Covid». Per Schillaci «bisogna ribadire l'importanza del sistema pubblico. Serve una migliore organizzazione, i medici se ne vanno anche per questo, ed ogni azione deve essere sempre nell'interesse del paziente. È un impegno che sicuramente perseguirò. Dobbiamo offrire, se vogliamo essere forti sul territorio, un'alternativa al fatto che tutti i pazienti vadano al Pronto soccorso. Il Pnrr è stato pensato due anni fa e oggi le condizioni sono cambiate: basti pensare all'aumento dei costi edilizi che riguardano la costruzione delle nuove strutture. Credo sia necessario fare una riflessione attenta».

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