«Delle nostre beghe interne non frega niente a nessuno», aveva detto Elly Schlein la sera prima in tv, e si è regolata di conseguenza. Ieri la leader del Pd ha convocato la segreteria a Ventotene, l’isola in cui nel 1941 è stato concepito e scritto il manifesto dell’Europa federalista.

Schlein ha cercato di volare alto: «Siamo qui perché vogliamo un’Europa solidale, quella che raccontava il Manifesto di Ventotene. Il Pd vuole continuare a lavorare in questa direzione, l’unica che può promettere un futuro migliore alle nuove generazioni».

Unica polemica concessa, quella contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini a proposito delle loro ultime figuracce continentali. «Stiamo vedendo vacillare e crollare l’Internazionale dei nazionalisti», «l’Europa che ha in mente Meloni non è quella dei popoli ma quella dei veti nazionali, come quelli dei suoi amici e alleati ungheresi e polacchi, che negano la solidarietà europea sull’accoglienza, ai danni dell’Italia, anziché battersi per superare il trattato di Dublino e avere una condivisione equa tra i paesi europei delle responsabilità sull’accoglienza, Meloni dà ragione a loro. Questo è il grande paradosso del nazionalismo».

L’ombra di De Luca

Nessun cenno dunque ai recenti attacchi di Vincenzo De Luca, il presidente della Campania che invece ieri è tornato a bersagliare la segretaria. A darle una mano, da Napoli, il sindaco Gaetano Manfredi, che annuncia la sua presenza all’iniziativa contro l’autonomia differenziata che il Pd organizza per il 14 e 15 luglio nel capoluogo di regione, proprio l’iniziativa che ha fatto saltare i nervi a De Luca: «Dobbiamo parlare dei problemi dei cittadini», altri discorsi «allontanano i cittadini dalla politica».

Il programma della giornata in trasferta prevedeva l’omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, la riunione della segreteria, il pranzo collettivo, in primis con i militanti del nuovo circolo Pd ospitato alla libreria «Ultima spiaggia» e dedicato a Ursula Hirschmann, «madre federalista» del gruppo dei federalisti al confino negli anni 40 (è stata moglie di Eugenio Colorni, che ha seguito al confino nell’isola e, dopo la morte di Colorni, ha sposato Spinelli).

Ad accompagnare la segretaria nell’inaugurazione del circolo, il segretario Andrea Bonsignori e Daniele Leodori, il segretario del Pd del Lazio da poco eletto con un plebiscito al congresso regionale.

Liste “di sinistra”

Riunione di approfondimento, quella della segreteria sull’isola: si è discusso della strategia per preparare la corsa delle europee; e su come «costruire una contro-narrativa» agli attacchi della destra sul green deal.

C’è soprattutto da azzeccare il posizionamento politico, anche rispetto agli alleati «contro» le destre. Un posizionamento che necessita di un supplemento di riflessione, anche nella composizione delle liste, tema che agita gli europarlamentari uscenti, e anche gli aspiranti entranti. Schlein avrebbe in mente liste molto “di sinistra”.

Epperò martedì, per esempio, Renew Europe da Bruxelles ha fatto sapere che i macroniani «vogliono governare al centro, e mai con Identità e democrazia (il partito dei nazionalisti di Marine Lepen e Matteo Salvini, ndr), il che significa che saranno necessari sia il Ppe che i socialdemocratici. Altrimenti sarà un’Europa ingovernabile». La traduzione nella politica italiana complica la vita al Pd.

Degli europarlamentari c’erano il capodelegazione Brando Benifei e Camilla Laureti. Anche perché in quelle stesse ore la giornata di lavoro a Bruxelles era pienissima: si lavorano i dossier per la plenaria di Strasburgo, dal 10 al 13 luglio. Gli inviti non prevedevano la presenza del commissario europeo Paolo Gentiloni.

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