«Le scuole vanno riaperte quando ci sono le condizioni per riaprirle. Vediamo a che punto stanno, il 9 dicembre, i contagi». Così la ministra dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli, in un'intervista a Repubblica che difende i trasporti come veicolo di contagi.

«Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini, vi dico che le Regioni hanno messo a disposizione quasi diecimila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo», dice De Micheli.

La difficoltà però rimane. «Con 24 milioni di persone a bordo di mezzi dimezzati non sarà possibile» mantenere il distanziamento, spiega la ministra. «Siamo tornati alla capienza del 50 per cento e dobbiamo restarci almeno fino all'estate. Oggi per garantire lo stesso servizio in una città come Milano servirebbe far uscire dall'autorimessa, dalle 7 alle 9, altri cinquecento mezzi pubblici. Impossibile, dovremmo togliere dalle strade le automobili».

Secondo De Micheli, la chiave è «lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola. Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9:15. Dobbiamo spalmare l'entrata e l'uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20», dice la ministra che apre anche alla scuola nel weekend.

«Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato» e la domenica. «Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati».

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