Rossano Sasso per finire sulle prime pagine dei giornali ci ha messo meno di 24 ore. Semisconosciuto deputato leghista originario di Altamura, in Puglia, il nuovo sottosegretario all’Istruzione ha attribuito a Dante un verso pubblicato anni fa su Topolino, diventando – nonostante la pubblica ammenda – nuova metafora di una presunta incompetenza al potere.

«“Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto” non è un canto del sommo poeta, è una mia distrazione: perdonatemi, rileggerò tutto l’Inferno», ha detto il politico. Tra gli addetti ai lavori, però, non sono state le citazioni sbagliate a creare malumore. Ma un possibile conflitto di interessi del pupillo di Matteo Salvini. Sasso, professione educatore scolastico, è infatti sposato con una avvocata, Graziangela Berloco, che da anni si è specializzata nei ricorsi contro il ministero dell’Istruzione. Legale di riferimento dell’Ugl, esperta di diritto scolastico, la moglie del nuovo uomo forte della Lega nella scuola organizza «azioni collettive» – si legge nel suo sito – contro i bandi di concorso del Miur, cause «contro le graduatorie provinciali», ricorsi per ottenere risarcimenti a favore di precari, bidelli e/o docenti. Un’attività indefessa caratterizzata anche da convegni organizzati dall’associazione Libera Scuola di cui la donna è presidente, a cui spesso ha partecipato lo stesso Sasso.

Ora, il leghista si è battuto in passato contro i conflitti di interesse potenziali. Pochi mesi fa fu proprio lui a sparare a zero proprio contro Lucia Azzolina, rea di aver partecipato da onorevole a un «concorso per diventare preside di una scuola...se il concorso fosse irregolare la Azzolina non potrebbe mai trovare una soluzione politica ad un contenzioso in cui essa è parte molto interessata. Si dovrebbe dimettere all’istante», disse Sasso.

Il contrappasso

Parole severe che adesso potrebbero ritorcersi contro di lui: il suo dicastero è infatti bersagliato da migliaia di cause civili da professori e precari, e alcune di queste sono patrocinate proprio dalla Berloco: in futuro il boss di Salvini in Puglia potrebbe dunque dover decidere se schierarsi contro la moglie o contro la stessa istituzione che rappresenta. Sentito da Domani, il sottosegretario garantisce che da ora in poi la sua compagna non accetterà più cause contro il ministero dell’Istruzione. «È una questione di opportunità. Il suo sito pubblicizza ancora servizi contro il Miur? Guardi, le serve un attimo di tempo per fare un blind trust. Fino a pochi giorni fa nessuno poteva immaginare che io diventassi il numero due a viale Trastevere. Ma le assicuro che non vedrà mai mia moglie entrare in un tribunale e perorare cause contro l’ente che mi onoro di rappresentare».

Per la Berloco sarà un duro colpo, perché – almeno a vedere l’attività reclamizzata online – le istanze contro gli uffici oggi guidati da Patrizio Bianchi sono il core business del suo studio. Nel 2020 l’avvocato annunciava di aver costretto il Miur «a versare ad una docente barese 25mila euro» in merito a una controversia sull’anzianità, chiarendo che «lo studio accetterà nuovi ricorsi» per chiunque fosse interessato al servizio.

Se le consulenze legali online costano circa 200 euro, ad aprile dell’anno scorso l’avvocato spiegava che «la quota di adesione al ricorso collettivo al Tar Lazio» delle categorie escluse dal concorso straordinario 2020 «è di 150 euro», mentre quelli contro presunti errori nelle graduatorie provinciali costa «300 euro comprensiva di Iva». I clienti possono stare tranquilli: «Solo in caso di vittoria allo studio sarà dovuta una somma indicata nel contratto di compenso scritto e unito alla modulistica».

Corsi e ricorsi

È un fatto che la moglie di un sottosegretario all’Istruzione abbia guadagnato per anni lavorando contro il ministero dell’Istruzione. Ed è ovvio che chi ha in antipatia il pugliese parli di «un ennesimo paradosso». Al netto dei maligni, studiando il curriculum di Sasso si scopre che le contraddizioni sono elemento che ritorna sovente nella biografia del classe 1975: se oggi, da ex sindacalista di destra, promette di fare politiche «di sinistra», nel 2014 ha fondato il primo comitato per Salvini in Puglia, grazie anche agli ottimi rapporti con Raffaele Volpi, big leghista ora presidente del Copasir. «Io nella Lega? Hanno superato la politica antimeridionalista», spiegò Sasso sette anni fa. Nel 2015 – diventato coordinatore regionale del movimento - Sasso decide anche di aprire ai fascisti di CasaPound, che annunciano insieme a lui di voler aderire al «progetto nazionale di Salvini». Un mese dopo conduce una delegazione di 100 pugliesi verso il raduno tradizionale di Pontida.

Tra frasi inaudite di cui s’è pentito (diede del «bastardo irregolare» a un presunto stupratore marocchino che poi fu assolto con formula piena) e il salto a Montecitorio, l’ex sindacalista è pure protagonista di una battaglia contro il Miur: aiuta – mentre è coordinatore regionale di “Noi con Salvini” - precari e bidelli pugliesi a fare cause e ricorsi di vario tipo, compresi quelli contro i trasferimenti di docenti «dal Salento al Veneto» provocati dalla riforma della “Buona Scuola”. Come avvocato Sasso sceglie la moglie («ma lo faceva a titolo gratuito», dice al telefono). La Berloco è brava, e ottiene vittorie e indennizzi da centinaia di migliaia di euro. «Risarciti dal Miur otto bidelli baresi: la sentenza rischia di produrre una catena di ricorsi con conseguenti risarcimenti da milioni di euro complessivi», esulta Sasso nel 2016.

«Due insegnanti sono stati sfruttati come precari, il Miur è stato condannato a pagare rispettivamente 16mila e 8mila euro!», annuncia a marzo del 2018, citando di nuovo una causa presentata dalla Berloco. Ora che Sasso è entrato nel palazzo, promette che tutte le liti pendenti della moglie «verranno assegnati ad altri avvocati». Anche perché per chi dice di amare Dante, subire la legge del contrappasso sarebbe il colmo.

 

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