«La Dad non funziona più, sono molto preoccupata. È difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco la loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale, se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui». Nel giorno in cui gli alunni delle scuole superiori, per protestare contro le ultime decisioni del governo, scendono in piazza con manifestazioni e flash mob al grido di «oggi computer spenti», la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un’intervista a Radio Rai manifesta tutta la sua preoccupazione e appoggia la protesta degli studenti.

«Nelle regioni a fascia gialla – ha continuato Azzolina – tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la Dad non può più funzionare, c'è un black out della socialità. I ragazzi sono arrabbiati, disorientati e io sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica».

Sullo sciopero di oggi, la ministra dell’Istruzione ha detto di «capire» gli studenti: «Il diritto all'istruzione è essenziale, sarei anch'io arrabbiata. Io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola. A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato, oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli. Ieri sera ho ricevuto la lettera di un anestesista».

Azzolina ha parlato infine dell’esame di maturità: «Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte: lo scorso anno ci hanno presentato proposte ragionevoli. Una decisione la prenderemo a breve. I ragazzi, a causa dell'incertezza assoluta per le date che slittano come la tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare».

Lo sciopero di oggi

Oggi, lunedì 11 gennaio 2021, tornano in classe circa 5 milioni di studenti: quelli della scuola dell’infanzia, della primaria e delle medie, con numeri diversi a seconda della regione. La Campania, ad esempio, ha autorizzato il ritorno tra i banchi fino alla seconda elementare; Puglia e Sicilia solo la scuola dell’infanzia. Ma da oggi, inoltre, torna a scuola la metà (in alternanza) degli studenti delle scuole superiori di Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta (in Trentino è già realtà dal 7 gennaio), ovvero le uniche regioni che non hanno emanato ordinanze per allontanarsi dalle prescrizioni del governo.

Per tutti gli altri ragazzi delle scuole superiori è prevista la didattica a distanza. Ma gli studenti non ci stanno e, in varie città, hanno deciso di astenersi da qualsiasi lezione (in presenza o da casa) e hanno organizzato manifestazioni e flash mob. I motivi della protesta, oltre alle difficoltà oggettive della Dad, riguardano la mancanza di un piano di trasporti efficace a garantire la sicurezza e di un sistema di tracciamento dei positivi. Anche insegnanti e sindacati hanno sposato la causa, puntando il dito anche contro i doppi orari d'ingresso.
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