I presidi contestano le regole del nuovo Dpcm. Renzi attacca la ministra Azzolina
Conte imbarazzato promette: «Confidiamo di chiudere solo per poche settimane»
- Scontro fra la ministra e le regioni: abbiamo stanziato i soldi per i trasporti, acquistino gli autobus nuovi. Toscana e Veneto: noi volevamo gli studenti a casa al 50 per cento, il governo ha deciso per il 75 per cento.
- I presidi contro la Dad: «Uno studente dell’istituto alberghiero che deve imparare a fare la carbonara non può vedere il suo professore al monitor. La scuola non è MasterChef».
- Il leader di Italia viva attacca il nuovo provvedimento: chiudere di nuovo le scuole è una ferita devastante. Servono i tamponi rapidi a scuola, non i banchi a rotelle.
Nelle ore degli attacchi al governo anche dal proprio interno, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha i suoi colpi da parare. Il primo è la sconfitta sostanziale della linea che aveva dato per inamovibile sulle “scuole aperte” e sulla didattica in presenza: l’ultimo Dpcm impone alle superiori la didattica a distanza (Dad), oggi “didattica digitale integrata”, «almeno» al 75 per cento. E poi c’è lo stesso concetto di Dad a metterla in difficoltà: la ministra lo aveva osannato nella prima



