Sono ore frenetiche, dopo il via libera del premier uscente Giuseppe Conte a Mario Draghi con il discorso del “tavolino” in Piazza Colonna e l’assicurazione che non sarà lui tra i «sabotatori», Beppe Grillo ha deciso di venire a Roma e non si parla più di sì o no, si è arrivati al totoministri. Intanto oggi, ripartono le consultazioni, verranno sentiti da Draghi a partire dalle 11 gli esponenti dei gruppi misti, FdI, LeU, Pd e Forza Italia. Le consultazioni potrebbero andare avanti per un secondo giro anche la settimana prossima.

Davide Casaleggio intanto è già arrivato a Roma e preconizza voto sulla piattaforma Rousseau: «Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma - ha detto il presidente dell'associazione Rousseau e figlio del fondatore del Movimento - . Qualunque sarà lo scenario politico possibile c'è ampio consenso sul fatto che l'unico modo per avere una coesione del Movimento 5 stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau». L’ipotesi era già stata portata avanti dal capo politico Vito Crimi nel corso della burrascosa riunione di mercoledì. Il Movimento continua a essere spaccato,  con Alessandro Di Battista, che dice di vedere «ragioni su ragioni» per dire «NO a Draghi».

Nonostante i punti di vista differenti all’interno della compagine pentastellata, il Fatto Quotidiano riporta di una telefonata tra Grillo e Draghi mercoledì sera, che avrebbe portato allo sblocco della situazione nel Movimento e all’intenzione di appoggiare un eventuale governo. Non a caso in queste ore hanno cominciato a girare i nomi di eventuali ministri pentastellati che vengono definiti anche tecnici: Sergio Costa e Pierpaolo Sileri.

Centrodestra ancora spaccato

Giorgia Meloni a Porta a porta ha ribadito che non darà la fiducia Draghi: «Sicuramente non la voto, perché sono contraria alla nascita di questo esecutivo». Una posizione che la mette sul fronte opposto rispetto a Forza Italia.

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