Il Senato ha approvato il nuovo regolamento, nella prossima legislatura ci saranno quattro commissioni in meno. Le modifiche che Palazzo Madama ha messo in campo sono rilevanti e derivano dal fatto che dopo le elezioni del 25 settembre si ridurrà notevolmente il numero di deputati e senatori. Alla Camera i deputati saranno 400, a palazzo Madama i senatori 200. Un taglio del 36 per cento sul totale approvato nella legislatura uscente.

Le commissioni, gli organi ristretti dove vengono esaminate le leggi prima di essere sottoposte all’intera assemblea, scenderanno perciò dalle attuali 14 a dieci, inoltre ci saranno delle precise penalizzazioni economiche in caso di cambi di gruppo da parte dei senatori.

Non è passato l’emendamento che prevedeva la parità di genere negli atti ufficiali, quindi l’utilizzo dei femminili. Da notare che la presidente del Senato, la forzista Elisabetta Casellati, ha sempre chiesto di essere chiamata “il presidente”. Il Pd accusa il centrodestra per l’affossamento.

 

Le commissioni

Questo il nuovo ordinamento:

  1. Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell’Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione.
  2. Giustizia
  3.  Affari esteri e difesa
  4.  Politiche dell’Unione europea
  5. Programmazione economica, bilancio
  6. Finanze e tesoro
  7. Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
  8. Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica
  9. Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare
  10.  Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

In questo modo risultano unificate le commissioni Esteri e Difesa, e Bilancio e Finanze. Scompaiono la commissione Agricoltura e Lavoro, le competenze saranno assorbite dalle altre. La nuova struttura inoltre sposta alcuni temi. La commissione Ambiente adesso sarà chiamata a occuparsi di energia e transizione, questioni che prima riguardavano in via prioritaria la commissione Industria.

I gruppi e i transfughi

Dalla prossima legislatura sarà necessario avere almeno 7 senatori, e non più 10, per formare un gruppo al Senato ed è stata inserita una norma antitrasformismo per punire i transfughi.

Con il nuovo regolamento la dotazione economica di ciascun senatore verrà ridotta drasticamente in caso di cambio di gruppo. La metà infatti è previsto che rimanga al gruppo appartenenza, il 30 per cento al nuovo gruppo che accoglie il senatore che cambia gruppo, e il 20 per cento al bilancio di Palazzo Madama

Nascerà anche il gruppo dei non iscritti. Non si tratta di un gruppo vero e proprio, chi ci finirà dentro infatti non avrà a disposizione neppure la dotazione di cui abbiamo parlato né del tempo prestabilito per poter intervenire in aula (solitamente ogni gruppo ha una percentuale di tempo a disposizione). Sarà la conferenza dei capigruppo a decidere di volta in volta. Entreranno i transfughi che entro tre giorni non comunicheranno a quale formazione vogliono appartenere. E, questa una novità firmate dal partito di Giuseppe Conte, anche i senatori espulsi dai partiti.

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