La guerra tra Ucraina e Russia si combatte sul campo, sui mercati finanziari attraverso le sanzioni economiche, attraverso pressioni diplomatiche e strategie geopolitiche dei fronti contrapposti. Ma, di pari passo ai bombardamenti, il conflitto si gioca anche nella battaglia, violentissima, della propaganda. Che può alterare il sentiment dell’opinione pubblica e – secondo i servizi russi e occidentali che lavorano sul dossier – persino l’esito finale della campagna di Vladimir Putin.

Il tema è cruciale, e non è un caso che le intelligence occidentali stiano da giorni sfornando dossier e rapporti segreti su come i russi e i suoi simpatizzanti stiano incrementando la pubblicazione sui social e sui media compiacenti di contenuti di disinformazione sulla crisi. Analisi che Domani ha letto, e che evidenziano come canali di controinformazione pro-Putin utilizzino utenti anonimi che viralizzano su Telegram e altre app di messaggistica contenuti veri o falsi che di fatto giustificano il conflitto, ma pure soggetti noti, blog famosi, siti di partiti di estrema destra e politici che siedono ancora in Parlamento.

Alcune schede si soffermano anche sull’Italia, analizzando siti e hub usati dai No-vax e persino pagine Facebook di senatori della repubblica. «Nella galassia degli account riconducibili alle ideologie no vax e no pass si assiste quotidianamente alla diffusione massiva (post, video e articoli di quotidiani online) che “documentano” l’evoluzione della crisi e forniscono interpretazioni tipicamente pro-Russia ai followers dei canali stessi», si legge nel report. I contenuti che viaggiano sul web sarebbero spesso e volentieri «originati da siti e canali noti negli ambienti della disinformazione, per lo più riconducibili a fonti russe, e sono volti a sostenere la tesi che legittima la scelta russa di attaccare l’Ucraina».

I fanatici di QAnon

A parte «l’incosciente» allargamento della Nato a guida americana verso paesi confinati con Mosca che prima erano parte dell’Urss o aderenti al patto di Varsavia, secondo gli analisti informatici le motivazioni più diffuse negli ultimi giorni sono molteplici. Ultimamente si sta diffondendo su centinaia di canali la tesi che l’Ucraina starebbe sviluppando, con il supporto di Stati Uniti e altri paesi occidentali, «agenti patogeni nei laboratori di Poltava e Kharkiv».

Una tesi diffusa, secondo l’intelligence, prevalentemente su canali riconducibili alla teoria di QAnon, il gruppo trumpista di estrema destra che intende disarticolare un presunto deep state che sarebbe colluso con reti internazionali di pedofili e gruppi occulti che dominerebbero il pianeta. Canali che da tre giorni rilanciano senza sosta presunti documenti dei ministeri della Salute ucraina che proverebbero l’esistenza di 26 laboratori bio-militari.

Una notizia (ancora non verificata) rilanciata anche dalla Cina, che per bocca del portavoce del ministro degli Esteri ha chiesto agli Stati Uniti di consentire «verifiche multilaterali» sui siti ucraini, alcuni dei quali conquistati dall’esercito russo che avrebbe scoperto depositi di antrace, peste, tularemia e colera. Se QAnon suggerisce che di fatto «Putin ha salvato il mondo da un’altra pandemia», i cinesi - che ieri hanno chiarito che ha loro parere la guerra è scoppiata a causa degli Usa e della Nato - evidenziano come «in queste strutture sarebbe stoccata una grande quantità di virus pericolosi: la Russia ha verificato che gli Usa usano queste strutture per condurre progetti militari».

Gli analisti delle intelligence occidentali stanno scandagliando Telegram e i canali di controinformazione più attivi dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’operazione speciale militare” di Putin. Tra questi viene segnalato IL RISVEGLIO_Q 1776, seguito da migliaia di utenti, dove è stato pubblicato «un video che riporterebbe in italiano il vero discorso del presidente Putin “senza la censura americana”». Un filmato dove la doppiatrice «sviluppa una serie di argomentazioni con le quali si sostiene che la Nato si starebbe pericolosamente espandendo verso i confini russi, usando l’Ucraina per attaccare la Russia».

I post della senatrice

Il video, si legge in un altro report, «è stato originariamente condiviso, alle 19.32 del 5 marzo, sulla pagina Facebook ufficiale della senatrice Bianca Laura Granato». Una insegnante di Catanzaro eletta nel 2018 nelle fila del Movimento Cinque Stelle ma espulsa dopo il suo voto contrario alla fiducia al governo Draghi. Leggendo la pagina della politica, passata per un periodo alla componente del gruppo misto “L’alternativa c’è” , si trovano non solo post dove si segnala che il «siero sperimentale anti-Covid» avrebbe causato la morte in Usa di 88 bambini, ma pure messaggi che sostengono come – a cause di campagne di disinformazione degli occidentale volte a screditare l’immagine della Russia - cittadini russi starebbero subendo in Europa gravi minacce ed episodi di discriminazione.

La Granato segnala (parallelamente altri canali Telegram di ispirazione no vax) una presunta lettera ricevuta da una paziente da parte del direttore di una clinica tedesca, che annuncerebbe che a causa «della grave violazione del diritto internazionale da parte dell’autocrate Putin, apparentemente mentalmente disturbato, ora ci rifiutiamo categoricamente di curare i pazienti russi». La senatrice italiana nel post dichiara di avere ricevuto la missiva «da fonte attendibile», ma secondo fonti dei servizi non ci sono riscontri alla notizia.

Siti putiniani, ovviamente, sfruttano anche la russofobia che si sta diffondendo in occidente a causa del conflitto: la vicenda (vera) che ha coinvolto lo scrittore Paolo Nori, a cui l’università Bicocca di Milano ha chiesto di sospendere un corso sullo scrittore russo Dostoevskij, è stata spammata ovunque. Così come un “attacco” con una bottiglia incendiaria alla Casa russa delle scienze e e della cultura di Parigi, segnalato dalla portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova e subito rilanciato da Francesca Totalo, influencer della rivista di estrema destra Primato nazionale.

«La narrativa secondo la quale i russi in Europa sarebbero vittime di episodi di ostracismo è stata rafforzata da un messaggio in lingua russa pubblicato dall’account ufficiale dell’ambasciata russa a Roma» spiegano fonti del comparto di sicurezza «nel quale si invitano i cittadini russi che dovessero essere oggetto di “molestie, aggressioni o violenze fisiche” a contattare» una linea telefonica predisposta.

La guerra inventata

Le relazioni segnalano anche altri temi ricorrenti della controinformazione pro-Russa: si va dalla minimizzazione dell’impatto della devastante crisi umanitaria (secondo Filippo Grandi, Alto commissario dell’Onu per i rifugiati , i profughi sarebbero già due milioni), alle fake news che addosserebbero alla brigata ucraina neonazista, il battaglione Azov, il fallimento dei corridori umanitari dalla città assediata di Mariupol, dove ieri i russi hanno bombardato un ospedale pediatrico. Non solo. «Su diversi canali no vax e no pass è diffusa la convinzione che la guerra attualmente in corso in Ucraina in realtà non sia vera, così come non era vera la pandemia da Covid 19, entrambe appositamente “raccontate” per tenere sotto controllo la popolazione mondiale».

Il 7 marzo sulla rete viene fatto girare un video di cinque minuti in cui viene riportata la conferenza stampa del presidente della filorussa Repubblica popolare di Doneck, Denis Pushilin, in cui il leader dichiara di avere le prove dei «piani militari aggressivi del regime ucraino e di coloro che vi sono dietro». L’evidenza sarebbe nei file di un computer ritrovato dai suoi soldati nella sede di un organizzazione paramilitare di estrema destra Pravyj Sektor. Un laptop con matricola della Nato che avrebbe mappe della Crimea e di Donetsk e programmi militari per «l’assemblaggio, il controllo e il funzionamento di droni». Nel video – rimbalzata in Italia sui canali filo Putin di Telegram – Pushilin dice pure che i prigionieri ucraini avrebbero ammesso l’esistenza di piani di attacco contro la Crimea e le repubbliche separatiste che sarebbero state messe in atto «il giorno 8 marzo», e che il piano sarebbe saltato grazie al tempestivo intervento russo del 24 febbraio.

Su Telegram, su Twitter, sul seguitissimo sito Byoblu fondato da Claudio Messora, ex capo della comunicazione in Senato, si segnala come il conflitto abbia di fatto cancellato la pandemia, e si ricorda che i profughi potranno entrare in Italia anche senza green pass: «Mentre milioni di italiani sono discriminati ed esclusi dai luoghi di lavoro e da attività ricreative perché privi della tessera verde, milioni di profughi potranno entrare senza il codice QR.

Si tratta di una ulteriore priva che il super green pass non assolve ad alcuna finalità sanitaria, me è uno strumento politico» scrive il blog dell’ex grillino. «Il punto è che gli ucraini sono una popolazione che i media mainstream definirebbero dispregiativamente no vax. Non tutti i no vax sono però brutti sporchi e cattivi: quelli ucraini, in quanto migranti, frutteranno bei soldi a chi si occupa di accoglienza?».

L’allarme degli apparati di sicurezza americani, tedeschi, francesi e italiani è sempre la stessa. «L’analisi del fenomeno descritto in Italia» spiega un analista «evidenzia in modo pressoché inequivocabile la strategia mediatica messa a segno da enti ufficiali russi, quali media e organi istituzionali, volta a orientare i consensi della popolazione italiana verso posizioni filorusse, approfittando del già dichiarato sentimento antigovernativo dei gruppi no vax e no pass».

 

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