«A letto sono tutte uguali», «Come si suona l’arpa? Si, La, Do. È questo il vantaggio, gli uomini devono studiare sette note, le donne soltanto tre». Sono due passaggi di una telecronaca andata in onda sul servizio pubblico, parole che due giornalisti di Rai Sport hanno ritenuto adatte per commentare una gara femminile di tuffi dei Mondiali di nuoto in corso a Fukuoka, in Giappone.

In realtà si sarebbe trattato di un fuorionda che è stato comunque trasmesso ieri, intorno alle 7, su RaiPlay2. Il video risulta misteriosamente irreperibile sulla piattaforma online del servizio pubblico. Ma sui social già in mattinata c’era chi denunciava l’episodio. E la reazione dell’azienda è arrivata a stretto giro. Intorno all’ora di pranzo l’amministratore delegato Roberto Sergio, con una nota, ha fatto sapere di aver «dato mandato agli uffici preposti di avviare la procedura di contestazione disciplinare e ho chiesto al direttore di Rai Sport Jacopo Volpi che faccia rientrare dal Giappone immediatamente il telecronista e il commentatore tecnico».

Lorenzo Leonarduzzi e Massimiliano Mazzuccchi saranno dunque presto su un aereo con destinazione Roma. Leonarduzzi era già noto per alcuni commenti discutibili pronunciati durante le telecronache e aveva pubblicato sul suo profilo Facebook un controverso augurio di compleanno in tedesco che cadeva nel genetliaco di Adolf Hitler. Di fronte alle richieste di chiarimenti, all’epoca aveva detto che gli auguri non erano dedicati al dittatore e anche ieri ha cercato di difendersi. «A mia insaputa il microfono di RaiPlay non è stato chiuso» ha detto il giornalista. «Prendo le distanze. Sono parole che non mi appartengono lontane dal mio modo di essere e pronunciate fuorionda mentre chiacchieravo col collega».

Guai a viale Mazzini

Il caso, che mette in difficoltà la doppia punta meloniana alla guida di viale Mazzini, è arrivato giusto un attimo dopo che Sergio e Giampaolo Rossi si erano liberati di Filippo Facci. L’editorialista di Libero, che ha imbarazzato l’azienda per oltre una settimana per i suoi commenti misogini sul caso del presunto stupro di cui è accusato il figlio di Ignazio La Russa, è stato liquidato con una nota diffusa in mattinata. Nel documento si legge come la scelta sia stata dell’ad Sergio, «informata la presidente Marinella Soldi, d’intesa con il direttore dell’Approfondimento Paolo Corsini e, per i profili di sua competenza, il direttore generale Rossi».

Un riferimento, quello a Rossi, che manca invece totalmente nella nota diffusa dopo il caso della telecronaca di Rai Sport. E che chi conosce bene l’ad scelto da Meloni attribuisce alla volontà di chiudere subito la questione. Anche perché un altro caso Facci è l’ultima cosa che desiderano in questi giorni al settimo piano di viale Mazzini, spiega chi conosce bene il dossier. Le ultime mosse del duo che Meloni ha scelto per imporre alla Rai la narrazione sovranista, infatti, non avrebbero affatto soddisfatto palazzo Chigi.

Così, piuttosto di rischiare di essere di nuovo messo in discussione per giorni, l’ad Sergio ha preferito prendere in mano subito il caso, senza aspettare il confronto con Rossi. Un indice del fatto che i tempi (brevi, per la verità) in cui l’ad ha messo la faccia sulle decisioni più controverse di Rossi – dal caso Facci alla presentazione dei palinsesti senza il dg sul palco, passando per la difesa del contratto di servizio – sono finiti. E che, nonostante a destra giurino che i due scontino soltanto qualche diversità di carattere, la diarchia si preannuncia meno pacifica del previsto. Ora la speranza della destra è che fino al debutto della nuova stagione tutto fili liscio.

Nel frattempo, il fiasco dell’ingaggio di Facci viene ribaltato in un avvertimento. «Si è creato un precedente, non è detto che la prossima volta non saremo noi a chiedere l’esclusione di qualcuno che ha scritto qualcosa sopra le righe», dicono nella maggioranza. Ma resta il fatto che ora il governo e i partiti che lo sostengono dovranno fare a meno di uno dei volti su cui puntava di più nella nuova Rai sovranista.

Il direttore generale Rossi, descritto furente dopo aver dovuto assecondare la linea di Sergio - che aveva già deciso da giorni di liquidare Facci – cerca una rivincita nella partita del martedì sera di Rai 3. Quello spazio, orfano di Bianca Berlinguer, va riempito entro il 25 luglio, quando il cda si riunirà per le ultime decisioni da prendere prima della pausa agostana.

La verità è che la prima serata rischia di trasformarsi nell’ennesimo pasticcio della Rai meloniana. Oltre a Monica Giandotti sarebbe in gioco anche Serena Bortone, mentre il M5s vorrebbe Peter Gomez, un nome che, ennesimo esterno all’azienda, creerebbe però problemi ai sindacati. Qualcuno chiama poi in causa Giorgio Zanchini, al timone di Radio anch’io con all’attivo anche una conduzione in prima serata di Filo Rosso, il programma estivo che sostituisce Cartabianca.

Adesso quello spazio è di Manuela Moreno e c’è anche chi non esclude che la sua esperienza possa protrarsi fino a gennaio. Per allora, sperano a destra, dovrebbero esserci nuove informazioni circa la situazione giudiziaria che ha lambito Massimo Giletti in primavera. E chissà che a quel punto non si apra per lui la strada verso la Rai.

© Riproduzione riservata