«Intanto non è mai successo che i sindaci venissero tagliati fuori da ogni confronto. E poi era evidente che stava accadendo qualcosa di preoccupante. Prima il governo ha cercato di tenere sottotraccia il tema dei migranti. Da noi in due mesi sono arrivate 297 persone, e una circolare del ministero che dice che dopo due anni altre persone devono uscire dai Cas (centri di accoglienza straordinaria, ndr)». Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, già l’11 aprile aveva lanciato l’allarme per chiedere un confronto fra i livelli istituzionali. Zero risposte. «Il risultato: qui a Modena ci sono 185 persone che escono dai Cas e non sanno dove andare, e 297 persone che entrano, e arrivano senza neanche il kit di sopravvivenza».

Sbaglia il governo?

Di fronte al tema dell’immigrazione il governo è sballato. Dalla propaganda dei blocchi navali alla realtà di governare, ci passa il realismo della politica. Ora hanno scoperto che la Tunisia è in tilt, che i migranti arrivano dall’Afghanistan, dal Pakistan e, come ho spiegato già al governo Draghi, anche con il visto turistico. Ora il quadro sta esplodendo. Vogliono tornare all’epoca di Salvini, il ministro dell’insicurezza. Così aumentano l’illegalità nelle città. Il parlamento costruisca una vera politica dell’immigrazione che abbia come principio l’integrazione, per creare una comunità aperta, inclusiva, con diritti e doveri. Le nuove regole sono abominevoli.

Intende la stretta sulla “protezione speciale”?

Non ho capito una cosa: vale anche per gli ucraini? E comunque: mettiamo al bando le persone irregolari che sono già in giro e le facciamo diventare ancora più irregolari? E poi che succede?

Che succede?

Queste persone devono comunque campare, andranno in giro per le città e dormiranno sotto i ponti. Sono già aumentate, è aumentata l’insicurezza collettiva. Vogliono scaricare la colpa sulla sinistra? Sui sindaci?

Lo stato di emergenza e il commissario possono aiutare?

In emergenza sono loro, perché hanno promesso una cosa e ora ne debbono fare un’altra. L’emergenza è dovuta al fatto che fin qui non hanno governato. Ma non aiuta, anzi complica, se non c’è una politica dell’accoglienza.

Non servono i centri di raccolta per i rimpatri?

Un’idea pazza. Che divide la società in due, fra legalità e illegalità, spingendo nell’illegalità gente che sta cercando di diventare legale e spesso lavora già. Hanno fatto un decreto flussi per il lavoro stagionale per 82mila persone, ne servono 270mila. Ho la lettera delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna: scrive ai ministri di aggiornare i flussi perché qui non riusciamo a raccogliere la frutta. L’agroalimentare è per aria.

Il governo punta ai rimpatri.

Non raccontino balle. Prima di parlare di rimpatri ci dicano quali sono i paesi con cui l’Italia ha accordi reciproci su questo tema. Perché se no non si fa nulla: che facciamo, rimandiamo le persone in Afghanistan? Non prendano in giro gli italiani. Il governo convochi l’Anci e il governo per ragionare su soluzioni vere, non scarichi le tensioni sui territori. Nell’ultimo mese e mezzo noi sindaci non siamo riusciti ad avere neanche l’informazione di quello che stava succedendo. Sono stato fra i primi a scrivere alla premier Meloni e al ministro Piantedosi sui corsi di formazione attivati con i minori non accompagnati. L’integrazione è l’impianto valoriale che fa la differenza. Se invece escludi, il risultato è drammatico. Infatti ora nelle città aumentano i numeri non governati e aumenta la tensione.

Il forzista Mulé dice che l’atteggiamento degli amministratori progressisti è di «insubordinazione istituzionale».

Non siamo insubordinati, siamo incazzati: il governo ora scarica i problemi sulle comunità.

E per Fdi chi è contro il governo tutela gli scafisti.

Chi dice questo invece è un delinquente politico. Perché dice una cosa vergognosa: parli con il ministro Lollobrigida, che sa che l’agricoltura ha bisogno di manodopera. Debbono togliere la legge Bossi-Fini, fare una legge vera, europea, che consenta ai migranti e noi di governare i flussi e i processi. Altrimenti soffiano sulle tensioni.

In concreto cosa chiede?

Una politica che fissi delle regole per l’integrazione, percorsi chiari. Copiamo dalle realtà più avanzate. A Modena ho avuto cittadini stranieri che dopo aver studiato qui sono andati i Germania, perché lì gli danno la casa e il lavoro, e gli fanno studiare il tedesco. Invece qui siamo ai bianchi-neri, cattivi-buoni: e la società salta. Vogliono ricreare un’Italietta incasinata? Ci stanno riuscendo.

Perché i sindaci di destra non si fanno sentire?

Quando facevamo le call con i prefetti e la ministra Lamorgese, i sindaci c’erano tutti. Non voglio pensare che alcuni abbiano paura di esporsi. Ma quando discutiamo nell’Anci, loro ci sono. Non è un problema di destra o sinistra ma di governo delle città, di sicurezza e integrazione, di prospettive e di valorizzazione delle persone, di cercare di dare loro un letto. Perché se invece gli dai un ponte, sarai tu sindaco a doverti prendere la responsabilità.

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