Lo strapotere a destra di Fratelli d’Italia è anche economico. Giorgia Meloni celebra un nuovo boom per il suo partito, a differenza della Lega che continua a perdere il sostegno degli elettori. E quindi vede calare le risorse. Italia viva, invece, si aggiudica la partita tra i moderati al centro, diventato di fatto il “partito dei ricchi”, mentre il Partito democratico di Elly Schlein cresce, nonostante l’arrivo sul “mercato” di un competitor come il Movimento 5 stelle.

I dati del 2 per mille ai partiti, l’ultima forma di finanziamento pubblico attraverso la dichiarazione dei redditi del 2023, sono una cartina di tornasole preziosa per capire il livello di gradimento dei partiti. Attraverso un elemento concreto: gli introiti finanziari.

Quando incassa Fratelli d’Italia

Secondo i numeri diffusi dal Mef, FdI ha incassato un totale 4 milioni e 800mila euro staccando gli alleati: rispetto ai precedenti dodici mesi l’impennata è stata di 1,7 milioni di euro grazie a 347.978 scelte valide (le somme del 2 per mille vengono attribuite in base al valore della dichiarazione dei redditi). Per Meloni è il consolidamento della seconda posizione nella graduatoria. In vetta resta il Partito democratico che torna sopra la soglia di 8 milioni di euro, che non raggiungeva da tre anni.

Il dato del Pd si attesta a 8,1 milioni di euro (un incremento di circa 800mila euro) con 531.336 scelte dei contribuenti. A questi, soprattutto per il futuro, potranno sommarsi i 519mila euro assegnati ad Articolo 1, il partito dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, confluito nei dem. La grande novità del 2 per mille è il Movimento 5 stelle: all'esordio riceve un milione e 800mila euro, che vale il terzo posto nella graduatoria. Sono oltre 174 mila le scelte valide per il soggetto guidato da Giuseppe Conte. Che quindi mette preziose risorse in bilancio.

Salvini, un 2 per mille amaro

Conteggio ancora negativo per la Lega per Salvini premier (Lsp), a cui viene assegnato un milione e 100mila euro, perdendo per strada circa 106mila euro in confronto all’anno precedente. Nemmeno nelle roccaforti elettorali ha resistito: in Lombardia, Meloni ha più che doppiato Salvini, in Veneto il risultato di Fratelli d’Italia è quasi il triplo di quello della Lega. Un segnale arriva dai territori: la "vecchia" Lega Nord, il Carroccio di Umberto Bossi, porta a casa comunque 439mila euro. Un nucleo di affezionati al logo storico, che non hanno accettato la svolta salviniana

La Lega per Salvini premier deve addirittura subire il sorpasso – almeno in termini di introiti – di Italia viva di Matteo Renzi, che vola sopra il milione, esattamente a 1,13 milioni di euro. In questo caso, però, si avverte il peso della dichiarazione dei redditi dei sostenitori: sono state sufficienti 57.573 scelte valide per Iv per arrivare all’importante risultato.

La cifra conferma come i sostenitori di Renzi appartengano a ceti piuttosto benestanti. Nel derby al centro, nell’ex Terzo polo, esce sconfitta Azione di Carlo Calenda, che subisce un calo di donatori di circa 10mila unità. I ricavi con il due per mille ammontano a un milione e 39mila euro (-200mila euro). La parziale consolazione di Calenda è che resta davanti a +Europa, che sale a 717mila euro di incasso (con oltre 54mila indicazioni), un dato non lontano da quello di Italia viva. Ma, come per gli altri, la grande differenza è nella dotazione della dichiarazione dei redditi.

Forza Italia nel dopo Berlusconi

Forza Italia, nell’anno della morte di Silvio Berlusconi, migliora rispetto al recente passato, incassando 618mila euro. Una soglia che non raggiungeva da tre anni. Dal punto di vista economico l’impatto è minimo, ma quei circa 50mila euro sono utili in termini di immagine. Per segnalare una FI ancora capace di attrarre.
Per la coppia di alleati Europa Verde e Sinistra italiana il dato non è dei migliori. Può sorridere solo parzialmente il partito di Angelo Bonelli, a cui vengono assegnati 869mila euro (con un aumento di 32mila euro), nonostante una discesa di 5mila scelte valide. C’è stato un sostegno da classi sociali più alte. Il soggetto di Nicola Fratoianni, invece, ottiene 816mila euro, con una lieve contrazione di 16mila euro.

40 milioni di italiani ignorano i partiti

Sempre a sinistra, buono il risultato di Possibile, fondato da Pippo Civati: l’incasso è di 246mila euro, nonostante un’agguerrita concorrenza in quell’area politica. Sud chiama Nord del sindaco di Taormina, Cateno De Luca, esordisce con un risultato di 204mila euro (con 38mila scelte valide), facendo un po’ da capofila ai partiti più piccoli. L’Italia dei valori mette in bilancio quasi 47mila euro, in barba alla sostanziale sparizione dello scacchiere politico nazionale. Una somma decisamente maggiore in confronto a Coraggio Italia del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che riceve meno di 20mila euro. E pensare che accarezzava il sogno di raccogliere l’eredità politica di Silvio Berlusconi.

Ma in generale come è andata la raccolta con il 2 per mille? Il dato è il migliore di sempre: 1,7 milioni di contribuenti hanno voluto destinare la somma ai partiti. Ma è una soddisfazione parziale: la platea è formata da 41 milioni e mezzo di persone. In pratica 40 milioni di italiani si sono guardati bene dal destinare delle risorse ai soggetti politici. Un segnale della distanza tra partiti e società.

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