Presidente Stefano Bonaccini, oggi la manifestazione della Cgil e di cento associazioni per la difesa della Costituzione. Lei ci sarà? Ha ragione Landini, o “fa politica”?
Sarò in Basilicata a un’iniziativa importante per il rilancio della montagna e delle aree interne, un impegno preso da tempo. La Cgil si è mobilitata, con tante associazioni, per la tutela dei diritti sanciti dalla Costituzione e che oggi sono messi in discussione e talvolta negati: quello alla salute, o a ricevere un equo compenso dal proprio lavoro. Anche il Pd ha organizzato una manifestazione nazionale per l’11 novembre. Ci sono battaglie da fare in parlamento e nel paese, fra le persone. È giusto essere presenti nelle manifestazioni di altri, quando se ne condivide la piattaforma. Ma è altrettanto naturale che la più grande forza di opposizione organizzi una sua mobilitazione

Quello di Schlein è un Pd di piazza?
È un Pd impegnato a contrastare le politiche di un governo e a costruire un’alternativa, fuori e dentro il parlamento, provando a costruire proposte comuni con le altre forze di opposizione. Sul salario minimo legale c’è una proposta di legge depositata alle camere e che la destra si ostina a bloccare, ignorando che 3,5 milioni di persone oggi sono sostanzialmente sfruttate con paghe da fame.

L’11 novembre Conte ci sarà: vuol dire che smetterà di attaccare il Pd?
Vuole dire che finalmente c’è un terreno comune sui contenuti, con M5s ma anche con Azione, oltre che con le forze del centrosinistra. Il governo è in difficoltà, ma questa destra ha tutti i numeri per governare. Ogni volta che le opposizioni si dividono o si perdono in inutili polemiche, regalano un anno di vita al governo.

Ma perché non reagite agli attacchi di Conte?
Ripeto: litigare tra opposizioni è solo un regalo gratuito alla destra. Poi le differenze ci sono e ciascuno pretende rispetto. Un esempio: è normale che Conte prenda le distanze del Pd sui migranti, avendo firmato, da presidente del Consiglio, il decreto Salvini. E la pensiamo diversamente sull’aggressione della Russia all’Ucraina. Ma resto convinto che invece di scontrarci, dovremmo confrontarci su ciò che serve agli italiani.

All’ultima direzione la relazione della segretaria è stata votata all’unanimità: Schlein è stata più dialogante con la minoranza?
Per tutta l’estate ho trascorso le serate alle Feste dell’Unità e la prima cosa che ci chiedono militanti, volontari, simpatizzanti è di essere in campo con un’opposizione più efficace e proposte credibili. Discutere quando non si è d’accordo è il sale della democrazia, ma la piattaforma che prepariamo per l’11 novembre tiene conto delle idee di tutti.

Le opposizioni denunciano una sanità prossima al collasso.
Quello che sta succedendo è incredibile: il governo dice no ai 4 miliardi l’anno in più sul Fondo sanitario nazionale chiesti dal suo stesso ministro alla Salute, e da tutte le Regioni, comprese quelle guidate dal centrodestra. La lezione del Covid è già stata dimenticata. Meloni non può onorare le promesse fatte in campagna elettorale perché erano troppe e contraddittorie. Credo che anche molti elettori di destra non condividano i tagli alla sanità: non sono tutti ricchi.

La premier ha detto che il problema non sono i soldi ma l’efficientamento della spesa. Ce l’ha con le regioni?
L’ultima analisi fatta sui bilanci delle Regioni dalla Corte dei Conti ha messo a confronto spesa sanitaria pro-capite e livelli di assistenza garantiti ai cittadini nei diversi territori. Insieme alla Provincia autonoma di Trento, l’Emilia-Romagna è quella che meglio coniuga efficienza della spesa e prestazioni. E siamo la prima regione nei Livelli essenziali delle prestazioni. L’Emilia-Romagna non ha lezioni prendere da Meloni. La verità è che bisogna aumentare gli stipendi di medici e infermieri, che dal pubblico vanno nel privato; bisogna permettere ai giovani di entrare a medicina, perché mancano i professionisti; realizzare le Case della salute, che invece il Governo sta tagliando rispetto al Pnrr. Il governo taglia la sanità e dice ai cittadini di arrangiarsi”.

Ma le opposizioni non riescono a unirsi su una proposta comune.
Lo abbiamo fatto sul salario minimo garantito e lo stiamo facendo sulla sanità. Il governo prevede di riportare la spesa sanitaria al 6 per cento del Pil, tagliando ancora sulla pelle dei cittadini e mettendoci agli ultimi posti in Europa. In Emilia-Romagna stiamo approvando una proposta di legge da inviare al Parlamento per portare la spesa sanitaria almeno al 7,5 per cento del Pil e per togliere i vincoli alle spese del personale sanitario, visto che mancano medici e infermieri.

Sul caso Apostolico: un magistrato deve tenersi alla larga dalle manifestazioni, oppure la maggioranza cerca pretesti per fare la guerra ai magistrati?
Quando non si riesce dare risposte ai problemi reali si costruiscono nemici e capri espiatori. Il governo deve rispondere sulla benzina che ha superato i 2 euro, sulle liste d’attesa in sanità, sugli sbarchi a Lampedusa che sono raddoppiati. Salvini mostra video su Facebook anziché occuparsi degli italiani.

Sui migranti Meloni ora cerca la collaborazione dei paesi della Ue?
Mi auguro ci riesca, dopo un anno di proclami che non hanno portato a nulla. Sulla gestione degli arrivi e dell’accoglienza serve una risposta che sia dell’Ue, a cominciare dalla creazione di vie d’arrivo sicure per chi fugge da guerre e crisi drammatiche e da una equa ripartizione dei migranti. Ma temo che aver urlato per anni “porti chiusi” o “prima gli italiani” non la aiuterà: ha scelto come alleati Vox, Orbán e Marine Le Pen che ci dicono di arrangiarci”.

A che punto sono i finanziamenti per l’alluvione e per la ricostruzione?
Con il commissario Figliuolo stiamo lavorando bene. Ma anche lui deve essere messo nelle condizioni di agire. I numeri non mentono: la stima complessiva dei danni è di 8,7 miliardi, finora il governo aveva stanziato 4,3 miliardi, in tre anni, dai quali vanno tolte non solo la parte destinata a Marche e Toscana, ma anche le centinaia di milioni che si sono ripresi nelle casse dello stato dopo averli promessi alla Romagna col primo decreto: mi riferisco alle risorse non spese per gli ammortizzatori sociali e quello che erano destinate alle imprese esportatrici.

Famiglie e imprese non hanno ancora ricevuto nulla e senza il credito d’imposta non ci sarà mai la copertura al 100 per cento degli indennizzi promessi: da cinque mesi dicono no, ma scommetto che dovranno ricredersi anche su questo. Poi c’è il tema della mole enorme di investimenti da realizzare per riparare e irrobustire argini, strade, ponti, versanti franati. Prima mancavano i soldi e oggi ci sono, ma se non dai personale aggiuntivo ai comuni è difficile che gli investimenti possano avvenire nei tempi giusti: il governo ci ha messo cinque mesi a capirlo, e solo da oggi è prevista la possibilità di impiegare ulteriori 250 persone a tempo determinato nella ricostruzione pubblica.

Eppure la premier e FdI non perdono consensi, e le opposizioni non ne guadagnano: perché?
Io ho l’impressione che la luna di miele del governo sia finita. Ogni impegno preso in campagna elettorale è stato disatteso e, dopo un anno, il tempo delle parole sta finendo. Ma più che ciò che fa la maggioranza, il Pd e il centrosinistra devono pensare a loro stessi, presentando agli italiani una proposta concreta per ogni no detto al governo. Gli italiani cambieranno intenzione di voto quando vedranno un’alternativa credibile e pronta.

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