Non bastava l’affossamento del salario minimo da parte della maggioranza, adesso la Lega rilancia con un ordine del giorno per creare disparità stipendiale: retribuzioni più alte ai professori del nord reintroducendo il concetto di gabbie salariali. Si legge nel testo depositato alla Camera e prontamente accolto dal governo che impegna il governo a intervenire personalmente nella contrattazione collettiva: nello specifico «a proseguire nello sforzo di garantire retribuzioni proporzionate e sufficienti, valutando l’opportunità di prevedere con apposito provvedimento un intervento sulla contrattazione del pubblico impiego», seguendo però una premessa.

«Sarebbe auspicabile – scrivono i deputati - per alcuni settori, come ad esempio nel mondo della scuola, un’evoluzione della contrattazione che da una retribuzione uguale per tutti passi a garantire un pari potere d'acquisto per tutti, ipotizzando una base economica e giuridica uguale per tutti, cui aggiungere una quota variabile di reddito temporaneo correlato al luogo di attività». Dietro «il potere d’acquisto» si cela il riferimento al Nord, dove i costi sono più alti. L’odg non è stato nemmeno votato. A lasciare spazio aperto al testo la manovra arrivata nella notte: il testo è stato proposto all’Aula. Pochi, tra Pd, M5s o Alleanza verdi e sinistra si si sono accorti del contenuto, visto che l’Odg non è stato illustrato, mentre il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, ha espresso parere favorevole dell’esecutivo. Il gruppo presentatore, perciò la Lega, non ha chiesto di andare al voto, ed è arrivata l’approvazione senza nemmeno la discussione, come da regolamento.

Marco Sarracino, del Pd, racconta: «Quando è andato al voto erano passate le 23, io e Arturo Scotto non abbiamo potuto subito divulgare la notizia e non siamo riusciti a intervenire, il regolamento ce lo impedisce».

Gli esiti

Agli ordini del giorno non corrisponde un’immediata azione normativa, ma politicamente resta la bandierina. Il Movimento cinque stelle punta sul fatto che i partiti di maggioranza hanno una base elettorale diversificata: «Ma i parlamentari meridionali e del centro di Fratelli d'Italia e di Forza Italia sono d'accordo con i loro alleati leghisti che vorrebbero introdurre le gabbie salariali per pagare di meno gli insegnanti del centro e del sud?», dice la deputata Anna Laura Orrico, e gli stessi leghisti eletti al sud «cosa pensano di uno come Rossano Sasso che sottoscrive una simile “porcheria” (cit.) nonostante sia egli stesso di una regione del Mezzogiorno?». In questo modo, prosegue, se può essere felice il ministro Roberto Calderoli, «la verità è che FdI e FI si stanno rendendo complici della Lega dell'ennesimo enorme tradimento nei confronti del Sud Italia».

Sarracino, parte della segreteria di Elly Schlein, riportava Repubblica la mattina dopo, ha attaccato la decisione: «La destra torna a sdoganare il principio delle gabbie salariali, perché con l’ordine del giorno presentato dalla Lega e approvato in piena notte, si punta esplicitamente a classificare i cittadini del Meridione e delle aree interne quali cittadini di serie B». Sia Schlein che Sarracino sono stati attivamente presi dalla battaglia sul salario minimo, visto che entrambi sono deputati.

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