Il governo ha deciso lo stop al mercato tutelato dell’energia e le opposizioni vanno all’attacco, a partire dal Pd. La decisione dello stop al mercato tutelato delle bollette, inserito all'interno del nuovo decreto Energia, prevede la fine del regime di “maggior tutela” per i clienti finali di piccole dimensioni (famiglie e microimprese) che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero. Per loro i servizi di fornitura di energia elettrica e gas naturale vengono erogati con condizioni economiche e contrattuali definite dall'Autorità per l’energia (Arera). Il prezzo viene stabilito considerando il costo della materia prima sul mercato all’ingrosso, con aggiornamenti mensili per il gas e trimestrali per l’elettricità.

Il passaggio al mercato libero – in cui sono i consumatori a scegliere gratuitamente il fornitore di energia più competitivo – non sarà obbligatorio per tutti. Alcune categorie di clienti considerati vulnerabili, anziani, malati, disabili, residenti in isole minori o in emergenza, potranno continuare a beneficiare del mercato tutelato fino a nuove disposizioni, ed è previsto un servizio a tutele graduali.

Le opposizioni critiche

«Ieri il Consiglio dei ministri ha confermato i nostri timori – dice Elly Schlein – e cioè la scelta di dire no alla proroga del mercato tutelato di luce e gas. Può sembrare una questione tecnica ma non lo è. Tocca la carne viva delle difficoltà di cinque milioni di famiglie». Secondo Schlein l'Italia è un Paese "fragile, troppo dipendente dalle fonti fossili, esposto alle fluttuazioni di prezzi che si riflettono sulle famiglie. Famiglie che sono esposte all'inflazione alta che c'è stata in questo periodo e sono esposte al caro vita, caro energia, caro bollette, caro benzina. Davanti a tutto questo ci saremmo aspettati attenzione dal governo».

Alleanza Verdi e Sinistra organizza un flash mob davanti Palazzo Chigi, denunciando come quella che arriva sulle bollette sia una vera e propria «rapina sociale». «Una decisione di una gravità inaudita – dice il leader dei Verdi Angelo Bonelli – che porta 6 milioni di famiglie dal prossimo anno a bagno di sangue: il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero porterà ad aumenti vergognosi». «Un regalo all'Eni – secondo Bonelli – che farà 10 miliardi di utili in più».

Sulla stessa linea il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Siamo di fronte a una vera e propria rapina sociale».

La Lega si smarca

Anche nella maggioranza si valutano correttivi alla decisione. «Conto che questo governo, con il dialogo e la trattativa con la Commissione europea, riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sulla scrivania e che rischia di essere impegnativo» ha detto il vicepremier Matteo Salvini: «Ne ho parlato questa mattina stessa con il ministro Fitto».

Fratelli d’Italia, con Fabio Rampelli di FdI, si difende dalle accuse rigettando la palla nel campo delle opposizioni: «Se oggi ci ritroviamo con la fine del mercato tutelato è esattamente per la precisa responsabilità di Pd e M5S. Trovo ridicole le accuse che arrivano da Schlein e Conte. Quando infatti entrambi hanno condiviso la responsabilità di governo (Conte2 e Draghi), non si sono fatti scrupolo a offrire a Bruxelles lo scalpo della “maggiore tutela” in cambio di non si sa bene quale clausola del Pnrr». 

+Europa: il 76% dei cittadini è già nel libero

Ma dall’opposizione si leva anche una voce dissonante, quella di Riccardo Magi (+Europa), secondo cui la fine del mercato tutelato è già nei fatti. «Meno male che il populismo non finisce in bolletta – dice il segretario di +Europa – altrimenti gli italiani pagherebbero tantissimo questo mese per le dichiarazioni che stanno arrivando da ogni parte politica sulla fine del mercato tutelato. Pd, M5S e persino la Lega, che lo ha approvato giusto ieri in Consiglio dei Ministri, dipingono questa decisione come una catastrofe ma, evidentemente, non conoscono la reale situazione del mercato energetico italiano».

«Innanzitutto, con la fine del mercato tutelato, chi non sceglie un nuovo fornitore del mercato libero continuerà comunque ad avere per 3 anni una tariffa amministrata da Arera; inoltre, i numeri di chi ha abbandonato questa forma di tutela sono impressionati: la quota di cittadini passati dal tutelati al libero mercato è più che raddoppiata in 11 anni, passando dal 35% del 2012 al 76% del 2023; e poi, oltre la metà dei cittadini che sono ancora nel mercato tutelato, rientrano nella categoria di utenti vulnerabili (persone sotto la soglia di povertà, over 75, residenti in isole minori, etc) che comunque sarebbero naturalmente esclusi dal libero mercato».

«Non capisco poi – prosegue Magi – cosa hanno da protestare Pd e Lega: perché non sono intervenuti quando Draghi mise la liberalizzazione del mercato elettrico quale riforma pro concorrenza legata al Pnrr, visto che facevano parte di quel governo? Casomai, quello che si dovrebbe fare adesso è rendere strutturale e permanente il Bonus sociale elettrico che protegga le famiglie a basso reddito e rivedere gli oneri di sistema in bolletta in modo che siano meno gravosi per chi consuma meno».

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