Il parlamento si conferma il vero luogo dello scontro della maggioranza. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, approva misure in consiglio dei ministri e Forza Italia lavora immediatamente ad emendamenti per modificarle in aula. La strategia del partito di Silvio Berlusconi, che è il meno rappresentato nella compagine ministeriale, è quello di tenere il punto in Camera e Senato, facendo valere il proprio peso numerico che è determinante soprattutto al Senato.

Il Superbonus

È il caso del Superbonus edilizio al 110 per cento. Meloni ha annunciato che il contributo verrà ridotto al 90 per cento, «tranne per quei condomini che hanno già deliberato gli interventi e hanno presentato la documentazione entro il 25 novembre». La motivazione è che la misura introdotta dal precedente governo «pesa di circa 60 miliardi» sulle casse dello Stato, «con un buco di circa 38 miliardi» e che la copertura così alta ha «determinato una deresponsabilzzazione» e «una distorsione sul mercato» dei costi, inoltre «è andato prevalentemente a favore dei redditi medio-alti. Abbiamo deciso di intervenire per correggere alcune distorsioni».

Detto fatto, a poche ore dall’annuncio ecco la nota di Forza Italia, sottoscritta dai due capigruppo Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, che conferma la bontà dell’iniziativa ma non la data di scadenza del bonus. 

«Era doveroso intervenire, tuttavia è altrettanto doveroso dare delle certezze agli operatori del settore e non cambiare continuamente il quadro. Proprio per questo, Forza Italia lavorerà per spostare la data di scadenza delle agevolazioni almeno di un mese per chi ha già deliberato in assemblea di condominio e ha già stipulato contratti. In merito, presenteremo in Parlamento un emendamento ad hoc, anche per garantire un tempo di transizione adeguato». 

Non solo, «Forza Italia chiede al Governoanche un tempestivo intervento mirato allo sblocco dei crediti fiscali maturati che le aziende, in questo momento, non riescono a cedere».

Esattamente il punto che, in conferenza stampa, è stato toccato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che è stato chiaro nel dire che «la cessione dei crediti di imposta è una possibilità, non è un diritto», «altrimenti avremmo creato una moneta che non esiste».

Il precedente

Un passo avanti del governo, due indietro richiesti da Forza Italia, sempre pronta a ritornare sulle decisioni del cdm. È stato così anche con il decreto legge del 31 ottobre sulla norma anti-rave. Anche in quel caso da Forza Italia era arrivata immediatamente l’iniziativa parlamentare di proporre la modifica del decreto, abbassando sotto i 5 anni la pena prevista per il nuovo reato, che era stata fissata a 6, e di circoscrivere la portata della norma.

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