Il governo ha provato ad accontentare il centrodestra e, in parte, le richieste dei tassisti che ormai da giorni protestano contro il disegno di legge sulla concorrenza. Alla Camera, l’esecutivo ha proposto una norma di compromesso per cambiare l’articolo 10 del provvedimento, congelando l’attuale meccanismo di rilascio delle licenze e presentando una soluzione sull’uso delle applicazioni digitali. Ma i partiti della maggioranza hanno respinto la proposta. L’esecutivo era disposto a eliminare dal testo la seguente norma: «Promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati». 

L’articolo che si occupa di taxi e Ncc, i noleggi con conducente, è una delega al governo. Le norme contenute, dunque, non entreranno in vigore subito dopo l’approvazione del ddl Concorrenza, ma rappresentano degli indirizzi generali di cui il governo dovrà tenere conto nella stesura dei decreti secondari, che verranno approvati nei mesi seguenti. Eliminando dal testo tutta la parte che riguarda la concorrenza nel sistema di rilascio delle licenze, il governo si impegnava a lasciare le cose così come sono. 

L’ipotesi per le app

La mediazione governativa toccava anche la parte più spinosa, ovvero «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web, che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti». Come Uber, Lyft o Free Now. 

Secondo l’agenzia Public Policy, il governo Draghi era disposto a fare una distinzione tra quelle gestite direttamente dalle cooperative di tassisti, come itTaxi, e quelle di mera intermediazione tra domanda e offerta. La mediazione del governo, infatti, prevedeva la «regolazione dell’attività delle piattaforme tecnologiche di mera intermediazione tra la domanda e l’offerta di trasporto pubblico non di linea e di quella delle piattaforme tecnologiche per l’interconnessione tra gli utenti e gli operatori del trasporto pubblico non di linea, tenendo conto delle diversa natura del servizio erogato da dette piattaforme, garantendo all’utenza e agli esercenti gli autoservizi pubblici non di linea libertà di accesso e di utilizzo di dette piattaforme tecnologiche, nel rispetto dell’autonomia negoziale delle parti, e tutelando le forme artigiane e cooperative di svolgimento dell’attività di trasporto pubblico non di linea».

La soluzione potrebbe essere trovata oggi durante una riunione tra la maggioranza e il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. Non è escluso che si decida di intraprendere la strada del dpcm, ovvero l’approvazione di un decreto del presidente del Consiglio che regoli principalmente l’uso delle app, già previsto da un precedente decreto Semplificazioni.

Salvini e la “manina”

La mediazione del governo è arrivata poco dopo le parole pronunciate oggi dal leader della Lega, Matteo Salvini: «Noi stiamo cercando di stemperare le tensioni sociali nelle piazze, però evidentemente qualcuno a palazzo Chigi malconsiglia il presidente del Consiglio», ha detto il segretario.

«Non vorrei che ci fosse la “manina” di qualche multinazionale straniera anche dietro questo intervento normativo perché i tassisti sono anche un presidio di legalità, oltre a svolgere una funzione economica», ha aggiunto durante una conferenza stampa alla Camera.

Le proteste

Foto AGF

Nel frattempo, è in corso una protesta dei tassisti in via del Corso a Roma, con palazzo Chigi, sede del governo, e le vie di accesso limitrofe blindate dalla polizia. Sono stati esplosi petardi e accesi fumogeni, con la polizia che fronteggia i manifestanti tenendoli a distanza dal palazzo dell’esecutivo.

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