Il mese del pride sta per finire e ha rivelato tutte le spaccature interne della destra di governo. L’ariete da sfondamento che ha inferto il colpo che è arrivato fino al fortino della leader Giorgia Meloni è Tiziano Ferro, cantautore, padre di due bambini con suo marito, e l’8 luglio testimonial del Lazio Pride, a Latina, nel comune feudo nero di Meloni.

La sindaca Matilde Celentano, dopo gli accorati appelli di Ferro, aveva deciso di concedere il patrocinio all’evento. La prima cittadina aveva scritto una lettera aperta in cui si è dichiarata. È «una donna, una madre», come dice la sua leader, ma è anche una fan di «Tiziano». 

I Pro Vita, che si battono contro l’aborto e «il gender», dopo che hanno festeggiato per il no del presidente Francesco Rocca al Roma Pride, si sono fatti sentire di nuovo. Il 30 giugno hanno lanciato il loro anatema contro Celentano in un comunicato: «È un atto gravissimo e un tradimento per tutti gli elettori. Una sconcertante sudditanza psicologica del sindaco, che ha ceduto ai ricatti morali di Tiziano Ferro, ma dovrebbe ricordarsi che è lì per un mandato chiaro ricevuto dagli elettori alle scorse elezioni non per accontentare il cantante». Dopo 24 ore, è comparsa un’altra lettera sul sito del comune, e la scusa è stata la stessa di Rocca. Celentano spiega di non aver letto prima il manifesto, nonostante fosse pubblico e disponibile online da giorni: «Avendo potuto conoscere solo da poche ore l’esatto contenuto del “manifesto politico” per sostenere il quale la stessa manifestazione è stata organizzata, devo constatare che alcuni contenuti di tale atto precludono la prevista concessione del patrocinio comunale».

Dall’Olimpico a Latina

In concerto allo stadio Olimpico davanti a 60mila persone, con la voce spezzata dall'emozione, come hanno battuto le agenzie, Ferro il 24 giugno ha letto una lettera contro ogni forma di discriminazione, ha invitato tutti a «vivere la propria vita secondo la propria volontà». Ha raccontato la sua esperienza, le offese, il «brutto frocio» gridato da uno sconosciuto. E ha detto: «prendetevi la vostra vita e diventate ciò che volete». Ha ricordato i pride, da Roma e Milano, e ha ricordato quello che sta per attraversare per la prima volta la sua città, anche se, specificano dall’organizzazione, non potrà partecipare alla parata perché nella stessa giornata è impegnato in una tappa del suo tour.

La sindaca lo ha ringraziato: «È bastata la scritta “Latina” sulla felpa e la canzone “Ti voglio bene” per rinnovare, con grande commozione, quell’affetto reciproco verso la nostra città che ci accomuna». Ferro ha rilanciato, le ha chiesto il patrocinio. Ancora una volta con una lettera aperta: «Le chiedo di unirsi a me», dare il supporto del comune «non significa necessariamente condividere ogni singola proposta, ma condividere lo spirito di libertà».

E alla fine, per 48 ore è arrivato, «da donna e da madre». Meloni, nella frase diventata virale, ribadiva poi di essere cristiana, mentre Celentano ha virato sull’«amore»: «Caro Tiziano, raccolgo volentieri la sua richiesta e le anticipo che il Comune di Latina concederà il patrocinio al Lazio Pride. Mi ha chiesto di non voltarmi dall’altra parte, e come può constatare non l’ho fatto. Sono una donna, una madre, so cos’è l’amore e nutro un profondo rispetto per i sentimenti, le inclinazioni e le aspettative di chiunque cerchi di affermare la propria personalità e le proprie scelte usando gli strumenti del dialogo, del rispetto reciproco e dell’attenzione verso il prossimo». Adesso, nonostante Latina si fregi di essere «città dei diritti», come recita l’intestazione del link al comune su Google, la sindaca ha cambiato idea.

Sul sito del Lazio pride campeggia una citazione di Ferro (e non solo): «Le parole hanno un peso». Il manifesto ricorda che «vivere all’interno di un contesto provinciale spesso giudicante e legato ad una visione esclusiva e patriarcale di sessualità e famiglia, si traduce in una rinuncia forzata a nominarsi, dirsi ed uscire fuori». Ma adesso il «pride libera tutt!». La visibilità, si legge ancora, è lotta quotidiana. E Tiziano ferro è un leader di lotta e di follower: ha condiviso con i suoi 2,3 milioni di seguaci su Instagram la locandina della manifestazione.

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