Tomasi da Pistoia: il sindaco nero candidato dalla destra nel feudo rosso della Toscana

La reputazione di Alessandro Tomasi, sindaco di Fratelli d’Italia a Pistoia e oggi aspirante governatore della Toscana per il centrodestra, poggia sull’immagine dell’amministratore concreto. Il banco di prova, quindi, è nelle carte: delibere, determine, ordinanze. Letti in sequenza, quei documenti restituiscono un profilo costante: disciplina di bilancio, ordine come cornice, segnali identitari dosati. Il giudizio non ha bisogno di enfasi; basta seguire la scia degli atti e chiedersi chi paga, con quali criteri, a quale prezzo sociale. La Tari, la tassa che copre il servizio rifiuti, ad esempio, non è materia di pura discrezionalità. I costi sono fissati nel Pef, il piano economico-finanziario approvato nell’ATO, l’Ambito che coordina più Comuni e il gestore del servizio. La legge impone al Comune di ribaltare in bolletta l’intero importo. A Pistoia, tra 2024 e 2025, la maggioranza di Tomasi ha votato contro gli aumenti in sede d’ambito e, in parallelo, li ha recepiti nelle delibere tariffarie. Impasse Regionali, Meloni e Schlein unite dagli stessi problemi Il meccanismo è quello previsto ma la criticità politica è altrove: i rincari arrivano alle famiglie e alle attività con attenuazioni puntuali — esenzioni legate all’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), riduzioni per aree collinari — ma senza sciogliere la “scatola nera” dei costi locali. In sintesi: si governa per recepimento e si comunica per dissenso. Governo e opposizione, contemporaneamente. Anche i patrocini del sindaco Tomasi parlano. Il 7 giugno 2025 il Comune ha concesso a Pro Vita & Famiglia il patrocinio e la Sala Maggiore di Palazzo comunale: lo spazio di massima rappresentanza, gratuito perché iniziativa di un ente non profit a ingresso libero, con promozione sul sito istituzionale. Il 21 giugno 2025 l’Official Party del Toscana Pride ha ottenuto invece solo il patrocinio non oneroso, cioè senza fondi pubblici, nel Parco di Montuliveto: evento a pagamento con chiusura temporanea dell’area e tutti i costi operativi — canone per suolo pubblico, piano di sicurezza, pulizie — a carico degli organizzatori. Caos a sinistra, ma la destra non ride. FdI contro l’egemonia di Forza Italia La motivazione formale dell’amministrazione è chiara: convegno gratuito in sede istituzionale da una parte; party a pagamento in area verde dall’altra. Peccato che in Comune manchino criteri trasparenti e così la «neutralità» resta dichiarata e non dimostrata; l’asimmetria di fatto — spazio istituzionale gratuito in un caso, costi integrali nell’altro — diventa un dato politico, non un dettaglio tecnico. Vicofaro è il capitolo che più spiega il metodo. Il 7 giugno 2025 il sindaco ha firmato un’ordinanza che impone lo sgombero della parrocchia di don Massimo Biancalani, luogo ospitale per giovani migranti strappandoli dalla strada. Il motivo? «Gravi criticità igienico-sanitarie e di sicurezza», con venti giorni per liberare i locali. È l’esito di anni di sopralluoghi dell’Asl (azienda sanitaria) e dei Vigili del Fuoco, di verbali sul sovraffollamento. La questione non è la legalità dello strumento ma la sua proporzionalità e gli effetti. Nel linguaggio del sindaco (in gioventù frequentatore di CasaPound) ricorrono «dignità» e «sicurezza». Don Biancalani è stato rimosso dal vescovo di Pistoia. I bisognosi sono tornati per strada e nei Cpr. Famiglia, sanità (e clan): il film del centrodestra nella Calabria al voto Attorno scorre una trama coerente. Dal 2020 a Pistoia è in vigore un’ordinanza che vietava installazione e sperimentazione del 5G richiamando il principio di precauzione: scelta che ha incontrato il consenso dei comitati complottisti e la perplessità del mondo produttivo e tecnico. Nella gestione degli eventi, l’estate 2025 è stata regolata da un’ordinanza-ombrello che ha esteso, su un’ampia porzione del centro, i divieti su vetro e lattine e i limiti alla vendita di alcol in occasione di Pistoia Blues, Giostra dell’Orso e altri appuntamenti: la festa si fa, ma entro perimetri rigidi e con una quota di oneri che scivola su bar e ristoranti. Sul versante delle risorse, la legge 79/2024 ha assicurato al Pistoia Blues un finanziamento statale stabile di 250 mila euro l’anno: ossigeno per la programmazione, che convive con una regia municipale attenta ai dispositivi d’ordine pubblico. La manovra tra pace fiscale e flat tax. Tornano le promesse elettorali di Salvini L’offerta politica di Tomasi è limpida: poco spettacolo, molto controllo. Le domande per un elettorato regionale che non vive Pistoia sono semplici e molto concrete: quanta trasparenza si pretende dai gestori e quanta si offre ai contribuenti? Quali regole uguali per tutti? Quale risultato duraturo dopo uno sgombero? Se la risposta resta negli atti, la biografia amministrativa del candidato allora è già scritta.