Una smentita è una notizia data due volte ha detto Giulio Andreotti, dopo i messaggi del presidente della Camera Roberto Fico e del premier Giuseppe Conte, prima dell’ora di pranzo siamo già a tre. Il presidente della Repubblica ha affidato al presidente della Camera Roberto Fico il mandato esplorativo per saggiare la reale possibilità di ricostruire il governo con i partiti della vecchia maggioranza, tra dichiarazioni all’uscita e interviste esclusive di tutti i partiti interessati, sia Fico che Conte sono rimasti ufficialmente silenti, se si esclude il post del 26 gennaio con cui il premier ha fatto sapere che spera in nuovo mandato facendo appello ai responsabili e l’accettazione dell’incarico di Mattarella da parte di Fico.

Secondo il Corriere della Sera Fico si sarebbe rivolto alla delegazione del Pd parlando di «assetti», l’inizio di un ragionamento sulle caselle di un eventuale esecutivo. Una frase che per il Pd si sarebbe rivelata uno sgarbo al presidente della Repubblica e in conflitto con le prerogative di un eventuale premier di mettere in campo una nuova squadra di governo una volta incaricato dal Quirinale.

Per Repubblica anche il premier sarebbe al corrente di queste discussioni e sarebbe preoccupato. Mentre si ipotizza quali ministeri potrebbero essere dati ai renziani per garantire il loro appoggio, avrebbe detto: «No, stavolta potrei non farcela».

Le smentite

In mattinata sono arrivate le smentite. Prima del presidente Fico: «La ricostruzione dell’incontro fra il presidente Fico e la delegazione del Partito democratico fatta da Francesco Verderami sul Corriere della Sera non risponde al vero. Sono altresì prive di fondamento le affermazioni attribuite al presidente della Camera» ha precisato il portavoce il presidente della Camera.

Meno di due ore dopo è intervenuto anche Palazzo Chigi: «L’Ufficio stampa di Palazzo Chigi precisa che le ricostruzioni riportate dai quotidiani in questi giorni sul presidente del Consiglio, non ultime quelle apparse questa mattina, sono destituite di ogni fondamento e veridicità».

E aggiunge: «Spiace in particolare continuare a leggere, soprattutto da parte di chi abitualmente segue più da vicino il presidente del Consiglio, virgolettati mai pronunciati e fantasiosi retroscena. L’intera comunicazione di Palazzo Chigi, si aggiunge, «non ha mai rilasciato dichiarazioni o fatto trapelare informazioni che rispecchiassero in alcun modo il pensiero del presidente». La questione sarebbe anche istituzionale: «Il riserbo e il silenzio del presidente del Consiglio sono un doveroso e rispettoso ossequio non solo alla delicata situazione politica che sta vivendo il nostro Paese, ma anche al lavoro che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico stanno svolgendo in questi giorni, di concerto con le forze politiche chiamate in causa, per tutelare l’integrità delle Istituzioni e l’interesse dei cittadini italiani». Mentre corrono i retroscena restano altre 36 ore in cui i partiti di maggioranza, dichiarazioni pubbliche a parte, dovranno costruire un ragionamento per il presidente Mattarella, e se nuovo incarico dovrà essere, il piano dovrà essere più solido di vaghi punti alla mercé di possibili ricatti futuri di questa o di quell’altra parte. Come ha detto Mattarella, l’ipotesi di un nuovo esecutivo «va peraltro, doverosamente, verificata nella sua concreta praticabilità».

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