Il vero problema della televisione pubblica è che investe troppo in programmi che costano tanto ma non sono replicabili e neppure esportabili, come i telegiornali fotocopia o i quiz a premi
- Il 30 giugno scade l’attuale consiglio di amministrazione Rai. Che, come del resto quelli precedenti ha fatto quello che ha potuto, entro i margini di manovra quasi nulli.
- Nell’avvicendarsi di manager, manutentori e manutengoli è un miracolo che siano state avviate un paio di faccende notevoli come Rai Play e la modernizzazione dei contenuti e dei linguaggi delle fiction.
- Il quasi secolare treno Rai sembra avviato sul binario morto se non muta il suo percorso. Ovvero, e in concreto, se non cambia le priorità che guidano l’impiego dei due miliardi del bilancio nell’equilibrio tra i programmi “usa e getta” e quelli a “utilità ripetuta”.