I lavori in vista della presentazione delle liste per le elezioni politiche del 25 settembre 2022 non si fermano. Nonostante i toni accesi della campagna elettorale, oggi ci sarà un incontro tra il segretario del Pd Enrico Letta e quello di Azione Carlo Calenda. Azione, che ormai procede in tandem con PiùEuropa, deve tenere conto anche del parere di Emma Bonino che ha detto no a un’alleanza con il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ma che continua a non chiudere al Pd.

Il centrodestra oltre al programma si occupa intanto dei nomi da mettere nelle liste. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega dovranno condividere i candidati per le liste uninominali. La presentazione delle liste è prevista per il 21 e 22 agosto e il Movimento 5 stelle raccoglie le autocandidature.


18.54 – È terminato da pochi minuti l’incontro tra Di Maio ed Enrico Letta. I due si sono incontrati alla Farnesina dopo che il Pd ha offerto diritto di tribuna ai leader dei movimenti che entrano in coalizione. Per Di Maio accettare di candidarsi nelle liste del Pd significherebbe rinnegare il suo progetto Impegno civico e sacrificare le candidature blindate dei suoi fedelissimi.


18.32 – È in programma per domani alle 15 l’incontro tra Letta, Fratoianni e Bonelli. I leader dell’alleanza Verdi-Sinistra italiana si sono detti critici dell’accordo che il Pd ha concluso con azione e vogliono tornare a confrontarsi con il segretario dem sulle condizioni dell’alleanza.


18.17 – «Votare non è solo un diritto è soprattutto un dovere e una precisa responsabilità» dice Silvio Berlusconi in un videomessaggio, il suo medium prediletto fin dai tempi della “discesa in campo” nel 1994, diffuso sui social. 


17.38 – L’AdnKronos rivela che nelle prossime ore dovrebbe tenersi un incontro tra Letta e Di Maio. 


16.56 – Enrico Letta avrebbe convocato per domani un incontro con Sinistra italiana ed Europa verde, che hanno chiesto di ridiscutere le condizioni dell’alleanza dopo l’accordo con Calenda. 


16.23 – Il Pd offrirà il diritto di tribuna in parlamento ai leader dei diversi partiti e movimenti politici del centrosinistra che entreranno a far parte dell’alleanza. È quanto si legge in una nota di partito e sembra un messaggio rivolto a chi resterà fuori dall’assegnazione dei collegi uninominali, cioè gli ex M5s. Il diritto di tribuna permette di ottenere seggi anche ai partiti che non raggiungono la soglia del 3 per cento. 

Ora Di Maio dovrà decidere se accettare l’offerta del Pd ritirando il partito che ha presentato solo ieri oppure continuare la sua corsa sperando che il suo partito in un mese e mezzo possa superare il 3 per cento di consensi.


16.17 – L’Alleanza Verdi-Sinistra non approva l’accordo tra Letta e Calenda. «Consideriamo questo accordo legittimo, perché bilaterale, non lo riteniamo minimamente vincolante per la nostra proposta politica». Così Nicola Fratoianni, segretario di SI. Nell’accordo, tra le altre cose, è prevista «la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile», elemento inaccettabile per SI-Ev. I partner della lista hanno chiesto a Letta un incontro per la verifica delle condizioni dell’alleanza. 


16.09 – Anche Letta ribadisce l’importanza dell’accordo. «Una proposta vincente» scrive su Twitter. 


15.36 – Calenda risponde ai critici: «Se ci sono le condizioni per costruire, si costruisce».

15.24 – «L’alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall’europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo» dice Giorgia Meloni.


15.23 – Contenta dell’accordo raggiunto anche Emma Bonino, da sempre più propensa a un compromesso col Pd che con Italia viva di Renzi. 


14.43 – «Abbiamo voluto Draghi al governo, soli contro tutti. Oggi non ci alleiamo con chi ha votato CONTRO Draghi. Prima della convenienza viene la Politica. Quello che gli altri definiscono solitudine, noi lo chiamiamo coraggio. Pronti, ci siamo» scrive Renzi commentando l’accordo di Calenda col Pd. Iv aveva proposto ad Azione di costruire un terzo polo al centro.


14.13 – «Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono nell’”agenda Draghi”. Salario minimo LEGALE, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo noi» scrive Giuseppe Conte su Facebook.


14.11 – Durante la conferenza stampa di presentazione dell’accordo elettorale Calenda si è detto «pienamente soddisfatto dall’accordo, c’è l’agenda Draghi. Oggi si riapre la partita». 

Letta ha parlato di «grande senso di responsabilità». 


14.04 – «Azione getta la maschera. È la quinta colonna del Pd e della sinistra. Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più». Così Antonio Tajani in una nota. 


13:47 – «In questa cornice le parti riconoscono l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin» si legge nell’accordo elettorale tra Calenda e Letta. 

I due si impegnano a «non aumentare il carico fiscale complessivo». «Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura)» si legge ancora: a rischio le candidature di Luigi Di Maio, Federico D’Incà, Davide Crippa, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, che correranno nel proporzionale.

*Patto elettorale tra PD e Azione/+Europa*
 

La visione, il programma

Le prossime elezioni sono una scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa. Partito Democratico e Azione/+Europa siglano questo patto perché considerano un dovere costruire una proposta vincente di governo fondata sui seguenti punti.

PD e Azione/+ Europa si impegnano a promuovere, nell’ambito della rispettiva autonomia programmatica, l’interesse nazionale nel quadro di un solido ancoraggio all’Europa e nel rispetto degli impegni internazionali dell’Italia e del sistema di alleanze così come venutosi a determinare a partire dal secondo dopoguerra. In questa cornice le parti riconoscono l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin.

Per quanto riguarda le conseguenze del mutato scenario internazionali in ambito energetico, PD e Azione/+Europa si impegnano a mettere in campo le politiche pubbliche più idonee per garantire l’autonomia del Paese attraverso un’intensificazione degli investimenti in energie rinnovabili, il rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo, la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile.

In ambito economico e sociale, le parti s’impegnano a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva UE e una riduzione consistente del “cuneo fiscale” a tutela in particolare dei lavoratori.

Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell’azione del governo guidato da Mario Draghi. I partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilità dinanzi al Paese e all’Europa.

Per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l’interruzione traumatica del governo, PD e Azione/+Europa concordano sulla necessità di:
a) realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea;
b) improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità;
c) non aumentare il carico fiscale complessivo;
d) correggere lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il “Bonus 110%” in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi;
e) dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae.



 

Le candidature, il Patto elettorale.

Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura).

La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa.

Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi.

Le liste del Partito Democratico e di Azione/+Europa parteciperanno alla campagna elettorale guidate da Enrico Letta, frontrunner per i democratici e progressisti, e Carlo Calenda, frontrunner per Azione/+Europa e liberali.


Enrico Letta Carlo Calenda

          Benedetto Della Vedova

13:33 – Sarebbe stato raggiunto l’accordo tra il segretario dem Enrico Letta e Carlo Calenda di Azione. Lo segnalano le agenzie. Per il primo pomeriggio sarebbe prevista una conferenza stampa alla Camera.


13:05 – Il presidente del Movimento 5 stelle ha ribadito che per lui Enrico Letta ha mancato di rispetto al Movimento 5 stelle. Poi, intervistato a Radio Anch'io, ha parlato dell’ex pentastellato Alessandro Di Battista: «Parleremo, ma le alleanze per noi non le fanno i leader, li fanno i temi, i cittadini che pongono urgenze e chiedono risposte. Noi non costruiamo incontri di vertice e cartelli elettorali. In questo rinnovato Movimento, sicuramente Di Battista è una persona che può dare un contributo. Ma basta parlare protagonismi, di conflitti, di gelosie e invidie».


13:02 – Calenda è a colloquio con Letta, prima di entrare ha parlato di «spirito costruttivo».


10:44 – Il Movimento 5 stelle raccoglie autocandidature per le liste, ma bisogna presentare anche il casellario giudiziale e il certificato dei carichi pendenti. In un post sul blog del Movimento si legge: 

Cari amici, le scadenze elettorali per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica del 25 settembre incombono. A brevissimo saranno resi noti tempi, modalità e requisiti per la presentazione delle proposte di autocandidatura da parte degli iscritti.

Nel frattempo, chi fosse interessato a proporre la propria candidatura può iniziare a preparare i seguenti documenti: il certificato penale del casellario giudiziale e il certificato dei carichi. Insieme a una copia del documento di identità.

Il casellario contiene indicazioni sui provvedimenti in materia penale, civile e amministrativa definitivi, mentre quello dei carichi pendenti le informazioni sui procedimenti in corso.


10:29 – Un’altra forzista passa ad Azione. «Dopo la decisione di lasciare Forza Italia, presa all'indomani della crisi del governo Draghi, innescata da Conte e avallata da Salvini con il placet di Berlusconi, sentendomi idealmente e politicamente in sintonia con quanto affermato dalle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, aderisco ad Azione di Carlo Calenda», ha detto la deputata ex-Fi, Anna Lisa Baroni.


10:25 – Previsto per le 11 incontro tra Letta, Calenda e il segretario di PiùEuropa Benedetto della Vedova. Emma Bonino, fondatrice di PiùEuropa, in un’intervista al Corriere ha detto no a un’alleanza con Renzi, ma non a quella con il Pd: «È ancora possibile» e questo, ha spiegato, «perché hanno deciso di rivedersi. E poi le nostre richieste mi sembrano super ragionevoli».

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