Il giorno di San Silvestro è sempre di grande attesa sul Colle. Fin dai tempi di Luigi Einaudi è il momento del discorso del Presidente ai cittadini italiani: il messaggio in diretta radio e tv, come si dice a reti unificate, con inizio alle 20 e 30. Quest’anno l’attesa è doppia. Sergio Mattarella insieme al 2021, che è stato un anno comunque turbolento, chiude un intero settennato.

Le sue parole saranno valutate e misurate, pesate e studiate. E allora Monte Cavallo vi offre una sintesi delle previsioni formulate oggi sui quotidani. Che cosa dirà Sergio Mattarella? Discorso breve e sobrio. Dicono un po’ tutti. La “location”, come si dice in tv, è decisa: il destino nel nome. Scrive Concetto Vecchio per Repubblica: «Ha scelto come location la Palazzina del Fuga, semplicemente: "la Palazzina" per chi ha familiarità con il Quirinale: sfondo sobrio, con le bandiere italiana e europea, i due poli della sua presidenza, ma senza la scrivania».

La fuga

La fuga dal Quirinale vuole lo sfondo del Fuga. Sul tema del bis, è ironico Carmelo Caruso del Foglio che gioca sull’ostinazione del Presidente: «La maestosità della sua presidenza è tutta concentrata in questa ostinazione. Pensate. Nessuno riesce a immaginarsi il mondo dopo di lui eccetto che lui».

Wanda Marra per Il Fatto va dritta sulla questione politica del discorso: «Stasera l'aspettativa di Palazzo Chigi è che il presidente sia ancora più netto rispetto al passato, ribadendo la sua indisponibilità a un bis, ma anche rafforzando un identikit di cosa serve all'Italia dopo di lui. Mattarella ha già insistito più volte sul senso di unità e di responsabilità nazionale. Va visto se e quanto si spingerà a tracciare un identikit che dovrebbe in qualche modo corrispondere a quello del premier». Già il tema dell’identikit. Alessandro Sallusti su Libero traccia quello del “terzo incomodo” fra Draghi e Berlusconi: “gradito al Centrodestra, autorevole sì ma solo quanto basta per non fare ombra ai partiti”. Mattarella è un identikit vivente, ma di se stesso: ci fosse un suo clone…

Franceschini, Renzi e la Dc

Monte Cavallo non sa ricostruire per voi come sia nata la voce. Fatto sta che oggi in diversi articoli si accenna ad un dialogo fitto fra Matteo Renzi e Dario Franceschini. Tutto sarebbe partito dalla posizione ufficiale di Enrico Letta espressa a Repubblica: possiamo eleggere Draghi al Colle, aveva detto in pratica il segreatrio del Pd, se insieme raggiungiamo un accordo condiviso anche per la poltrona di Palazzo Chigi.

E così il toto nomi, per qualche ora, è passato da un Palazzo all’altro. Claudio Bozza sul Corriere oggi avanza l’ipotesi di un Dario Franceschini nuovo presidente del Consiglio, gradito anche a Matteo Renzi, per guidare un governo di fine legislatura. Un governo che magari perda l’appoggio della Lega di Salvini, insomma una maggioranza “Ursula” fino al 2023. Ci sarebbero stati messaggini di Renzi in questo senso, un po’ alla Nanni Moretti: “Caro Dario…”. Raffinatezze da eredi della Democrazia cristiana, prima ancora che della Margherita.

NON FATE LEGGERE IL SONDAGGIO DEL FOGLIO A DRAGHI

I cronisti del Foglio (unico giornale ostentatamente favorevole a Mario Draghi nuovo presidente della Repubblica) sono andati a conteggiare i consensi che raccoglie oggi il premier fra i grandi elettori. Risultato deludente, raccontato da Valerio Valentini: “Su cinquanta parlamentari sondati dal Foglio, solo 15 garantiscono fin d'ora il proprio sostegno a Mario Draghi nel segreto dell'urna; 32, invece, i contrari, e 3 i dubbiosi. I renziani sono i più convinti elettori del premier, i grillini i suoi più ostici oppositori. Molta ostilità si registra anche nel Misto e in FDI. In totale, la candidatura del premier galleggia intorno ai 300 voti”.

NOTA BENE

Avviso finale ai lettori di Monte Cavallo. Eccezionalmente ci troverete qui anche domani sabato 1 gennaio. Non possiamo certo aspettare lunedì 3 per commentare il discorso di San Silvestro…

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