Il pressing su Stefania Proietti è fortissimo, ma lei, da donna tosta, ha cortesemente ma fermamente spiegato che deve pensarci «bene», pensarci «ancora». L’offerta di guidare il centrosinistra alle prossime regionali dell’Umbria, fattale dal campo larghissimo di quella regione sulla scia della riconquista di Perugia con la “civica” Vittoria Ferdinandi, non può diventare un diktat, un’imposizione, o peggio non può sembrare l’unica spiaggia di una coalizione che non sa dove altro sbattere la testa.

Proietti, che non rilascia interviste sul tema ed evita anche dichiarazioni estemporanee, lo ha ripetuto sabato scorso in un confronto con la coalizione ad Assisi, in un hotel a due passi dalla Basilica. Doveva essere un appuntamento riservato e invece si è trovata di fronte un plotone di trenta persone.

Ovvero le delegazioni in versione large di tutti i rappresentanti del «Patto avanti», l’alleanza Pd, M5s, Psi, Avs, Civici umbri, Azione, Italia viva, lista Perugia Merita. C’erano anche la neosindaca di Perugia e quello di Spoleto Andrea Sisti. Tutti a chiederle, in forme più o meno delicate, perché ci mettesse tanto a decidere: la richiesta è arrivata da quasi tre settimane.

La responsabilità nazionale

Nel frattempo la sua candidatura viene data per scontata. Sulla stampa nazionale si racconta di Elly Schlein, la segretaria Pd, che alle prossime regionali (forse si svolgeranno il 17 e 18 novembre) cerca il triplete per battere la destra e mandare in tilt la maggioranza di Giorgia Meloni. In Emilia-Romagna il candidato c’è, è il sindaco di Ravenna De Pascale; in Liguria non è ancora formalizzato ma c’è, è disponibile l’ex ministro Orlando. E in Umbria? Ci dovrebbe essere lei. Dunque avrebbe sulle spalle anche una responsabilità nazionale.

Così ieri ad Assisi circolava una voce, non confermata dall’entourage della sindaca: scioglierà la riserva subito dopo il Perdono d’Assisi, che cade venerdì 2 agosto. Non stupisca che una cattolica, anche se laica e democratica, scandisca i tempi dell’agenda e della vita sul calendario liturgico. Intanto siamo nella città di san Francesco.

E poi la “perdonanza” è un fatto spirituale mondiale, la possibilità di ottenere un’indulgenza plenaria: nella Porziuncola si può tutto l’anno, nelle chiese parrocchiali solo dal mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno dopo. In ogni caso Proietti sa che non può mandare la decisione troppo avanti. Ieri si è blindata in consiglio comunale a presiedere il confronto sull’equilibrio di bilancio. Vietato chiederle d’altro. Ora dovrà dire la parola sulla sua corsa, il monosillabo definitivo.

Anche perché negli ultimi giorni sui giornali locali cominciano a fiorire dubbi, ipotesi. Sul Corriere dell’Umbria campeggiava in prima il titolo: «Proietti può vincere, ma il centrosinistra ha già una sconfitta». Il passaggio chiave dell’editoriale del direttore Sergio Casagrande: «Ricorrere a una figura esterna e rimanere per così tanto tempo in attesa di una sua risposta è un chiaro segno di debolezza e rende palese che non c’è altra figura su cui puntare, soprattutto se si vuole sperare che il campo larghissimo resti una prateria che non perda pezzi».

È vero. È vero anche che la destra non ha ancora confermato la corsa della presidente Donatella Tesei, ormai figura sbiadita, e se alla fine lo farà sarà per ordine di Roma, basato sulla spartizione nazionale delle candidature regionali. Un Cencelli romano dal quale il centrosinistra dovrebbe tenersi alla larga, per non dare l’idea di fare altrettanto. Nei giorni scorsi Proietti ha sentito Schlein, Conte e Fratoianni e ha ottenuto garanzie anche su questo.

Come Dio comanda

E comprensione: il fatto è che la sindaca di Assisi aveva sognato di portare a termine il suo secondo mandato «con la sua comunità», di celebrare da sindaca, nel 2026, l’ottavo centenario della morte di Francesco, patrono d’Italia, evento globale in preparazione da anni, anche ben finanziato: una questione trascendente ma anche molto terrena e immanente che a questo punto sarà consegnata al suo successore. E chi sarà il candidato del campo larghissimo assisiate? Una delle tante domande che la coalizione umbra non prende nella giusta considerazione. Una questione che preoccupa anche l’arcivescovo Ivan Maffeis, che della sindaca è quasi un assistente spirituale.

Proietti non è donna da colpi di testa. Ingegnera con un curriculum sterminato da dirigente pubblica, docente di economia, dirigente d’azienda. Pacifista. Ambientalista: è stata delegata della Conferenza episcopale per i temi ambientali e componente del gruppo di studio “Custodia del Creato”. È abituata a fare le cose per bene, che in provincia si dice “Come Dio comanda”. Al campo larghissimo ha chiesto «qualche giorno in più» rispetto alla scadenza di fine luglio che le era stata imposta. E il campo larghissimo è meglio si disponga a capire che la riflessione lunga è una garanzia e non un dispetto. Diversamente arriverebbe un «gran rifiuto».

A cui pure qualcuno ora comincia a pensare. Circola il nome del rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero, ma il magnifico difficilmente accetterebbe di essere chiamato “ripiego”. Dai partiti avanza qualche nome: la deputata dem Anna Ascari e la deputata Avs Betta Piccolotti, entrambe umbre doc. Ma non c’è nome di politico, o politica, che potrebbe tenere unito il campo extralarge che ad Assisi già sostiene Proietti. Si fa il nome di Walter Verini, deputato di lungo corso, nato a Città di Castello e sempre legatissimo alla sua terra. Che però, intercettato in Transatlantico, si schermisce con convinzione sincera: «Lasciamo riflettere Stefania che, essendo la candidata migliore, deve riflettere nel migliore dei modi».

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