Domani sarà trascorso un mese, e almeno 10.022 persone sono morte nella striscia di Gaza dall'inizio delle operazioni militari di Israele, inclusi 4.104 minori e 2.641 donne. Lo ha riferito il ministero della Sanità controllato da Hamas. Secondo la medesima fonte, altre 2.660 persone sono ancora sotto le macerie e 25.408 sono rimaste ferite. A questi si aggiungono altri 141 palestinesi morti in Cisgiordania dallo scoppio delle violenze a seguito del 7 ottobre, la data dell'attacco di Hamas contro il sud di Israele.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rassicurato: «Per quanto ci riguarda, quasi tutti gli italiani, tranne chi voleva rimanere, tra cui un paio di operatori della Croce Rossa, sono usciti dalla Striscia di Gaza». Il governo inoltre ha inviato beni di prima necessità attraverso l’aeronautica militare e che sono stati consegnati alla Mezza Luna rossa. E come preannunciato dal ministro, Guido Crosetto, c’è anche l’ipotesi di inviare un ospedale da campo italiano per i feriti nella Striscia.

Anche l’Unione europea ha deciso di dire la sua. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, parlando agli ambasciatori dell'Ue nel mondo, ha esposto i punti della linea europea coincidente a quella statunitense: fuori per sempre Hamas da Gaza, che dovrà invece passare sotto il controllo di un’unica Autorità palestinese; no alla permanenza delle forze di sicurezza israeliane, così come non può esserci l’espulsione forzata della popolazione palestinese dalla Striscia e l'assedio deve terminare: «Dovrebbero esistere una sola Autorità Palestinese e uno Stato palestinese». E inoltre «non può esserci una presenza di sicurezza israeliana a lungo termine a Gaza. Gaza è una parte essenziale di qualsiasi futuro Stato palestinese».

Gli Usa

Il Segretario di stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, è arrivato ad Ankara, mentre l’esercito ha annunciato di aver inviato un sottomarino a propulsione nucleare nella regione. Turchia e Stati Uniti convergono sulla necessità di aiuti umanitari al più presto. Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante l'incontro, come riferisce l’emittente pubblica Trt Haber ha aggiunto: «Bisogna impedire a Israele di colpire i civili e imporre lo sfollamento forzato nella striscia di Gaza, dove sarebbe necessario stabilire con urgenza un cessate il fuoco».

Intanto, il direttore della Cia, William Burns, avrà una serie di colloqui con le massime autorità politiche e di intelligence di Tel Aviv sulla guerra nella Striscia di Gaza e sugli sforzi per ottenere il rilascio dei circa 240 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Burns dovrebbe recarsi anche in Qatar, paese che gioca un ruolo chiave nelle trattative per il rilascio degli ostaggi, e in Egitto, che a sua volta è uno Stato importante per l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Burns è atteso anche in Giordania e negli Emirati Arabi Uniti.

Ancora vittime

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A Gaza, in media, viene ucciso un bambino ogni dieci minuti, mentre due sono feriti. Lo ha denunciato su X, l'ex Twitter, l’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, che sui social media ha citato l'Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Medio Oriente) per illustrare la portata degli attacchi nella Striscia di Gaza. "Children are #NotATarget" (I bambini non sono un bersaglio), l'hashtag abbinato a una foto che accompagna il post.

Almeno 27 persone sono morte nei bombardamenti notturni su Gaza. Lo sostiene - come riporta Al-Jazeera - l'agenzia di stampa palestinese Wafa. In dettaglio almeno 15 persone sono state uccise nel quartiere Tal al-Sultan di Rafah, nel sud di Gaza.

Altre 10 persone sono morte ad Al-Zawaida, nel centro della Striscia di Gaza, mentre altre due sono state uccise in un attacco su una casa nel campo profughi di Jabalia. «Alcune aree di Gaza non sono state raggiunte dalle autorità o dai servizi di emergenza a causa dei pesanti bombardamenti - sostiene Wafa - ed è probabile che il bilancio delle vittime possa essere più alto».

Anche oggi è stato diramato un appello israeliano ai cittadini di Gaza a spostarsi verso sud, il portavoce delle Forze di difesa israeliane ha annunciato che Jamal Musa, il capo della sicurezza speciale di Hamas nella Striscia di Gaza, è stato ucciso, e nello stesso attacco, diretto dall'intelligence dell'esercito e dal servizio di sicurezza Shin Bet, altri comandanti di Hamas sono stati uccisi.

La Giordania e l’Onu

Nella notte la Giordania ha paracadutato degli aiuti sulla striscia: «Il nostro impavido personale dell’aeronautica militare ha lanciato a mezzanotte aiuti medici urgenti all'ospedale da campo giordano a Gaza. Questo è il nostro dovere di aiutare i nostri fratelli e sorelle feriti nella guerra a Gaza. Saremo sempre presenti per i nostri fratelli palestinesi», ha twittato re Abdullah II.

I direttori di 18 agenzie dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, tra le quali il Fondo internazionale di emergenza per l'infanzia (Unicef), il Programma alimentare mondiale e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), hanno chiesto un cessate il fuoco umanitario immediato tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, esprimendo indignazione per l’elevato numero di morti tra i civili.

I leader delle Nazioni Unite e delle ong hanno scritto che nella Striscia di Gaza sono stati segnalati più di cento attacchi contro le operazioni di soccorso ai civili e che 88 membri del personale dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, sono stati uccisi. Secondo l’Onu, si tratta del «più alto numero di vittime delle Nazioni Unite mai registrato in un singolo conflitto».

Il messaggio dell’Iran

Dopo che ieri si è svolta una telefonata tra il presidente iraniano e papa Francesco, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha detto al Tg1 che «l’Italia deve preoccuparsi per i suoi soldati in Libano», aggiungendo che «la guerra si espanderà inevitabilmente, se Israele continuerà con i suoi attacchi contro i civili a Gaza. In Libano e Yemen operano altre forze di resistenza che potrebbero aumentare le loro azioni».

L’Iran riconosce Hamas come legittima forza «di resistenza contro l'oppressione del popolo palestinese - ha detto ancora Hossein Amir Abdollahian - Non approviamo l'uccisione dei bambini, ma a Gaza sono già morti migliaia di bambini palestinesi e anche questo è disumano». L’Italia, ha detto il rappresentante di Teheran, «dovrebbe fare pressione sugli Stati Uniti per ottenere un immediato cessate il fuoco. Altrimenti il conflitto esploderà».

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