Ecco da Porto Rotondo

la politica secondo

Silvio nostro, lo statista

che ne parla col turista:

“Tutti san che il candidato

uno solo è sempre stato

e si chiama Berlusconi,

perciò basta discussioni.

Chi la pensa in altro modo

può cercarsi un altro approdo,

se ne vada lì per lì!”

Si scatena l’Udc

per la quale parla un vip:

“Silvio vuol la leadership?

Ciaschedun di noi lo sa,

dove sta la novità?

Ma sia cauto il presidente,

visto che, recentemente,

se ne sono andati fuori

a milioni gli elettori!”

Otto giorni e si ripete.

Fino a ier sembrava un prete,

ora parla da incazzato,

irruento e ben coiffato,

concionando ad alti toni:

“Voglio bene a Berlusconi,

ma ora basta col carisma

o succede un cataclisma!

Basta spot e manifesti!

Gli italiani si son desti:

o parliamo di valori

o ci cacceranno fuori.

Basta lotte di potere!

Sia ben chiaro, Cavaliere,

o contiamo pure noi

o ciascun fa i fatti suoi!”

Così l’uom dell’Udc.

Ma chi fu a parlar così?

Fu Pierfurby, quello che

ora corre sol per sé.

Va su e giù Pierferdinando,

dappertutto predicando.

Il carnet di sette dì?

Una mostra aprì a Forlì,

parlò a Roma capitale

di bioetica, è normale.

Fu alla festa della scherma,

prese posizione ferma

in campagna elettorale

a Perugia. Fu sodale

di Ruini in Laterano.

Poi di nuovo più lontano:

fu, a Grosseto, europeista.

In Sicilia scese in pista

per i suoi dell’Udc.

Pure a Vespa disse sì

e il suo libro presentò,

la domenica baciò

bimbi in video con Venier.

L’italian deve saper

che peggior sarà il futuro:

dopo Silvio di sicuro

vedrem solo democristi

che si spaccian per statisti.

Carlo Cornaglia ha appena pubblicato per Aliberti Salvineide - In rime il mito di Capitan Mojito.

Questi versi su Pier Ferdinando Casini sono stati scritti nel 2005.

 

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