- Il leader della Cgil Maurizio Landini arringa l’assemblea dei delegati a Bologna confermando la sua linea per questa campagna elettorale: il sindacato è una cosa e la politica un’altra.
- La Cgil non si schiera, non porterà acqua al mulino del Pd.
- Il leader sa che i suoi iscritti non accettano consigli in vista delle urne : «Votate chi vi pare, poi si vedrà». Da trent’anni gli operai del sindacato votano anche Lega e FdI, ma ora il liberi tutti riguarda anche i dirigenti.
Il leader della Cgil Maurizio Landini arringa l’assemblea dei delegati a Bologna confermando la sua linea per questa campagna elettorale: il sindacato è una cosa e la politica un’altra. La Cgil non si schiera, non porterà acqua al mulino del Pd. Ma, mentre rilancia le sue parole d’ordine con il solito tono furente di quello che gli hanno appena graffiato la macchina, butta lì un concetto terrificante: se l’Italia è il paese che sta per consegnarsi alla neofascista Giorgia Meloni, anche il pop



